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giovedì 7 maggio 2009

Gli aggiornamenti finiscono qui

Oggi vi scrivo per l'ultima volta, per dirvi che il mio lavoro di aggiornamento finisce qui, ormai si sono spenti tutti i riflettori sulla combattutissima legge 133, che si è oramai consolidata ed è più efficace che mai.

Col dirvi questo, vi dico anche che non chiuderò il blog perchè ritengo che ci siano molti articoli importanti, che hanno quali un solo scopo informativo, quali possono servire da rivalsa per chi non si è ancora rassegnato a questa legge, come l'articolo del referendum come unico mezzo per cambiare qualcosa di questa legge.

Grazie a tutti voi lettori per avermi seguito in questo periodo.

mercoledì 1 aprile 2009

Napoli, scontri studenti e denunce



ONDA STUDENTESCA NAPOLETANA


Apprendiamo dalla stampa che ci sarebbero 6 denunce contro studenti e attivisti del movimento per le vicende del 26 marzo all'Università! Se è così ci sembra abbastanza clamorosa la scelta di parte della Questura. Ricostruiamo però i fatti:

- Martedì 24 marzo dopo un'assemblea a Giurisprudenza di circa 300 studenti e docenti promossa dai movimenti ma con la partecipazione anche di Cgil, ANPI e Coordinamento precari (foto1) l'iniziativa dei neofascisti nell'Università viene vietata dal Preside di Giurisprudenza che prende atto del dissenso verso la presenza di gruppi che in tutta Italia hanno dato luogo a fenomeni squadristi e xenofobi. Quindi è scorretto parlare di interruzione della loro iniziativa avvenuta poi giovedì. Perchè era già annullata

- Giovedì 26 il grosso delle reti studentesche va ad Acerra, e alcuni restano a presidiare e volantinare sotto la facoltà di giurisprudenza (foto2). I neofascisti però, malgrado l'iniziativa fosse vietata, si presentano lo stesso. Una trentina, che vanno da piazza Mercato all'Università senza che nessuno dica niente, malgrado abbiano bastoni e caschi (foto3). Fra essi sono pochi gli studenti univ di Napoli (4-5, non di più) mentre spicca la presenza di diversi mazzieri che non si vedevano nelle piazze da oltre un decennio (foto4).

- Dopo essere arrivati all'Università la "squadra" gira e si dirige alla stazione con la stessa conformazione aggressiva. Alla Stazione dove stanno tornando invece studenti da Acerra, allarmati dalle notizie giunte. Ci sono sicuramente tensioni nella stazione all'incontro con gli squadristi. Tensioni in cui interviene anche la Polfer.

- Fuori la stazione (lato Terminus) succede però un'episodio assai inquietante: arriva una volante e uno dei poliziotti esce dalla macchina e spara!!! E' un'episodio su cui la questura non dice la verità per intero, perchè non è affatto vero che è stato contestuale a quelli dentro la stazione. E' stato successivo! Quando è arrivata la volante (ovviamente fuori la stazione) c'erano in piazza solo studenti del movimento, non c'era nessuna rissa in corso, ne ovviamente c'era motivo per andare contro la volante. Lo sparo è stato gratuito!! Un episodio grave e inquietante cui hanno assistito decine di studenti e di persone della piazza. Solo dopo lo sparo ci sono state ovviamente nuove tensioni tra poliziotti e manifestanti (a chi piace farsi sparare contro!??).

- Giovedi 26, subito dopo i fatti arriva una telefonata anonima a casa di uno studente attivo nel movimento (la telefonata è facilmente verificabile dai tabulati). Una persona che per altro non era presente all'Università, in quanto studente-lavoratore (anche questo facilmente verificabile). Telefonicamente vengono mosse minacce e insulti alla famiglia, con chiari riferimenti all'impegno politico del figlio, ricordando che a parlare è "la vecchia guardia" ecc. La notte stessa a questa persona viene incendiata la macchina!! Questo per capire tempistiche e contesto che circonda certi personaggi...

Che dopo tutto questo a essere denunciati siano solo studenti e attivisti del movimento è davvero incredibile!!
Noi continuiamo le nostre attività nelle quali è fondamentale ovviamente l'informazione degli altri studenti come noi su quello che sta accadendo. Proprio in un momento in cui sono riprese le attività del movimento studentesco con cortei, iniziative sugli stage, sul diritto ai trasporti, alle biblioteche ecc. Dalla Sapienza a Napoli ricompare la repressione e i neofascisti..

Domani saremo come le altre associazioni antirazziste al Fatebenefratelli per protestare contro la discrimnazione delle donne migranti. Magari i neofascisti sarebbero andati a complimentarsi con l'Ospedale...!
Loro sono (testuale da un loro documento) per " l'umano (!!) rimpatrio di tutti gli immigrati presenti in Italia"... Ognuno può valutare da che parte sta la civiltà e da che parte l'autoritarismo, la xenofobia e la barbarie...

Fonte(JuliaNews)

martedì 31 marzo 2009

Scuola, arrivano i tagli: 670 docenti in meno

Attendono la comunicazione scritta del ministero dell´Istruzione, ma in via Assarotti conoscono già il numero dei tagli agli insegnanti per il prossimo anno: «Lo abbiamo saputo informalmente - conferma Ambrogio Delfino, braccio destro del direttore scolastico regionale, Attilio Massara - siamo su una dotazione di organico che rispetto allo scorso anno si riduce di 670 unità, e tenuto contro dei flussi scolastici e dello slittamento al 2001 delle soppressioni di scuole decentrate, riusciamo a salvare il tempo pieno in tutte le cassi».

I 670 docenti in meno sarebbero così suddivisi: 170 alle elementari, 320 alle medie, 180 alle superiori. Se la matematica non fallisce, dagli organici calcolati negli uffici di via Assarotti (numero classi, quindi di ore, diviso per numero di docenti) rimarrebbero ore in più, da destinare al tempo pieno. Accontentando alle elementari il 65% di famiglie che hanno scelto il tempo pieno (600 classi in provincia di Genova) e il 35% di tempo prolungato; il 50% alle medie (235 classi).
Né lacrime, tantomeno sangue per i tagli ed i sacrifici annunciati da Mariastella Gelmini? Se la Direzione Scolastica Regionale e l´Ufficio Scolastico Provinciale (diretto da Sara Pagano) non esultano per questi numeri, ma nemmeno piangono, la cosa non sembra convincere i sindacati di categoria e il Cogede (Coordinamento Genitori Democratici) che ieri ha chiuso il congresso nazionale ad Albenga. Ottanta delegati, da tutta Italia per eleggere i loro rappresentanti, hanno puntato l´indice contro la Ministra.

«Se vogliamo valutare i numeri che giungono da Roma e conteggiati dalla Direzione Scolastica Regionale - precisa Matteo Viviano, presidente regionale del Cogede - occorre capire se si riferiscono alla richiesta di tempo pieno del prossimo anno scolastico oppure a quella dell´anno in corso». Stando a quanto dice Viviano, sono aumentate le famiglie che l´hanno chiesto dal prossimo settembre. «Inoltre - sottolinea l´ex preside - l´idea di tempo pieno del Ministro è di 22 ore con un solo maestro e le altre 18 coperte da diversi insegnanti, che si alternano, senza laboratori e compresenza: parliamo di una scuola assistenziale, di uno squallido tempo lungo».

Fonte (La Repubblica)

sabato 28 marzo 2009

La guerra dei cuscini degli studenti



Una battaglia a cuscinate davanti al ministero dell'Istruzione in viale Trastevere a Roma per protestare "con la sola arma dell'ironia contro il ministro Brunetta che ci ha dato dei guerriglieri, il G-14 dei ministri del Welfare che si terrà nella capitale e il protocollo che regolamenta i cortei a Roma". A organizzarla, un gruppo di studenti dei collettivi dei licei Virgilio, Mamiani, Manara, Kennedy e Democrito di Ostia. I manifestanti, circa 50 ragazzi, sono partiti da via Giulia, sede del liceo Virgilio, e con lo striscione 'fuori dal controllo contro il protocollo, blocca il G-14' hanno percorso via Giulia, Ponte Sisto, piazza Trilussa per raggiungere piazza di Santa Maria in Trastevere e quindi la sede del ministero dove è scoppiata la 'battaglia dei cuscini'.

LE FOTO QUI

Fonte (La Repubblica)

Congresso Pdl, la Gelmini: "Scuola libera dai sindacati"

«La scuola non appartiene alla sinistra e al sindacato ma appartiene agli italiani. È iniziata una rivoluzione della responsabilità e a chi non si riconosce nei valori della sinistra voglio dire che è finita l'oppressione culturale». Lo ha detto il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, in un passaggio del suo intervento al congresso nazionale del Pdl.
La fine dell'oppressione culturale- «Abbiamo messo mano alla scuola partendo da un assunto: la scuola non appartiene alla sinistra o al sindacato, la scuola appartiene al paese e agli italiani. Qualcuno ha sempre considerato la scuola come un luogo dove alimentare ideologie vecchie e bocciate dalla storia, un luogo separato dalla realtà. Ebbene io vi dico: è finita un'epoca, è finita l'epoca dell'indottrinamento ideologico. Nella scuola è cominciata al rivoluzione della responsabilità e del merito, unica vera leva di mobilità e progresso sociale. Io dico -ha concluso il ministro- ai tanti insegnanti e ai tanti ragazzi che non si riconosco nelle idee e nei valori della sinistra: l'oppressione culturale è terminata».
Incotro di leader- «Il Pdl fa ciò che gli italiani si aspettano. Questa nostra avventura è stata possibile grazie all'incontro di due storie e di due leader, Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, due persone con caratteri diversi ma che hanno in comune il grande amore per il paese». Lo afferma il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, intervenendo al congresso del Pdl. «In parlamento siamo già una realtà - prosegue - abbiamo una squadra dove non esiste più fare distinzioni tra parlamentari di An e di Fi. Siamo il governo che vuole stare dalla parte dei cittadini e dalla parte della vita senza se e senza ma».

Fonte(Libero-news.it)

venerdì 27 marzo 2009

Tagli a scuola, 1465 professori in meno


A settembre scolari e studenti aumenteranno di 4.000 unità, il piano del ministro Gelmini sopprime 1.465 cattedre. Forti tagli nelle scuole toscane, tempo pieno in bilico.

La Toscana si prepara a mobilitarsi contro la scure del governo sulla scuola. Le cifre dei tagli nella bozza allegata al decreto interministeriale appena presentato dal ministro Gelmini a categorie e enti locali. «Se non faremo subito qualcosa, avremo una scuola in ginocchio» prevede il segretario della Flc Cgil scuola Alessandro Rapezzi. La metà dei tagli riguarderà il sud, ma nemmeno la Toscana sarà al sicuro. Da settembre le cattedre, cioè i posti di insegnante, passeranno dalle attuali 40.267, a 38.802, con un calo di 1465 (3,9%). In dettaglio, mancheranno 363 posti nella scuola primaria, 659 nelle medie (le più colpite), 437 nelle superiori. Mentre gli alunni aumentano, per il 2009-2010, di 4.443 mila unità rispetto al 2008-9.

A cui dovrebbero corrispondere circa 40 classi in più, come dire circa 120-150 insegnanti in più. Prendendo ad esempio Firenze, si avrà, invece, un taglio di 35-50 posti nelle scuole primarie (circa 1 insegnante in meno per circolo didattico), di 60-80 nelle medie (soprattutto delle materie da «sacrificare» al nuovo orario ridotto a 30 ore, cioè lettere e tecnologia), mentre alle superiori ci saranno accorpamenti di classi (si potrà infatti andare da un minimo di 20 alunni a 33), con conseguente minor numero di indirizzi. Invece di aumenti, insomma, riduzioni (anche per il personale Ata: meno 874 posti). E a farne le spese saranno soprattutto gli insegnanti precari (il 30% dell´organico toscano, pari a 1200), sia pure, quest´anno, con «solo» 2-300 posti in meno grazie alla compensazione dei tagli coi pensionamenti. E dire che da tempo in Toscana il sistema scolastico è stato «razionalizzato».

E´ qui, dunque, che risalterà il vero senso dei tagli del governo Berlusconi: «Un attacco indiscriminato alla scuola pubblica, un generale decadimento dell´offerta formativa» come denuncia in un comunicato la Flc Cgil Toscana, ribadendo l´urgenza «di una vera riforma per garantire a tutti i cittadini una scuola di qualità», mentre il senatore Pd Andrea Marcucci parla di «messa in mora del sistema pubblico di istruzione e formazione». Come guardare a settembre in queste condizioni, non si sa. Il tempo pieno «stile Gelmini» (in realtà privato del suo cardine educativo: la compresenza), cioè le 40 ore settimanali, dovrebbe essere confermato, ma non aumentato nonostante il 90% delle famiglie lo richieda insieme al modello delle 30 ore, il più simile agli attuali moduli (ma con 2 ore in meno), su cui soprattutto la scure si abbatterà. In compenso, la Toscana boccia del tutto le 24 ore (4 ore, o 4 e mezzo su 5 o 6 giorni), con il famoso maestro unico.

Fonte(La Repubblica)

giovedì 26 marzo 2009

Tetto agli stranieri in classe Moioli dice sì alla Gelmini


Città divisa in 4 macrozone, cambia la mappa dei bacini d´utenza. Cgil parla di "deportazione"

Meno del trenta per cento di stranieri in classe? «Si può fare». C´è già un piano: lo assicura Mariolina Moioli, assessore all´Istruzione del Comune, che è pronta ad attuare quel tetto massimo di tre studenti "non italiani" su dieci previsto dal ministro Gelmini. «Metteremo in rete le scuole - dice - eviteremo di mandare chi è appena arrivato dall´estero in istituti con già troppi stranieri, e se necessario modificheremo i bacini di utenza per le elementari». E questo è il punto: per evitare il formarsi di "classi ghetto" sarà rifatta la mappa delle zone da cui ciascuna scuola raccoglie gli studenti, con il rischio per le famiglie di dovere iscrivere i figli più lontano da casa. La via è stata già tentata, con successo, per riequilibrare il numero di stranieri nelle scuole elementari di via Mac Mahon, che ne aveva troppi (sette su dieci), e via Castellino da Castello, che non ne aveva quasi. Essendo i due istituti molto vicini, per pareggiare i conti è bastato assegnare al primo istituto alcune strade con una popolazione residente prevalentemente italiana e alla seconda altre con più immigrati. Ora in entrambe le scuole ci sono tre bambini stranieri su dieci, quindi sotto la "soglia Gelmini". Quello che si è fatto lì, si pensa di farlo in tutta la città, o almeno dove serve. Se per Moioli il gioco vale la candela, «perché l´integrazione è un obiettivo che vale anche qualche disagio», i sindacati insorgono. Per Cgil Scuola, «il Comune finirà per deportare i bambini stranieri da una scuola all´altra». E Marilena Adamo, senatrice del Pd, mette in guardia: «Anzitutto nel conteggio degli studenti bisogna considerare straniero solo chi ha problemi con la lingua - dice - e poi rimane il problema della carenza di insegnanti per seguire i bambini appena arrivati». Ma sulla possibilità di rivedere le zone è pronta al dialogo: «Da questo punto di vista sono con la Moioli - dice Adamo - diamo la massima disponibilità, è una scelta necessaria». L´assessore ha incontrato il provveditore la scorsa settimana per stabilire una tabella di marcia serrata, di modo da potere garantire la quota del trenta per cento in tutte le classi prime a partire dall´anno scolastico 2010-2011. Anzitutto, la città è stata divisa in quattro macrozone, ognuna servita da un "istituto polo" che da settembre indirizzerà gli studenti appena arrivati verso scuole in grado di accoglierli. Poi si ragionerà con i presidi per fare un´anagrafe degli stranieri scuola per scuola, indicando da quanto tempo sono in Italia e che livello di padronanza hanno dell´italiano. Sempre a settembre si passerà alla terza fase: la modifica dei bacini di utenza per le elementari. «Questa è la parte più complessa del progetto - ammette Moioli - ma la realizzeremo d´accordo con le scuole in un tavolo di confronto permanente». Raffaele Ciuffreda, rappresentante dei presidi per Flc-Cgil, al piano della Moioli non crede. Fino all´anno scorso dirigeva un istituto professionale con oltre la metà di studenti stranieri, e ora attacca: «L´unico risultato - dice Ciuffreda - sarà costringere gli studenti a lunghe trasferte per raggiungere la scuola. Tutti hanno il diritto a scegliere quella più vicina a casa, si aboliscano immediatamente le quote della Gelmini e basta».


Fonte(L'Espresso)

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