La consultazione di questo blog presuppone l'accettazione del disclaimer in fondo alla pagina.
Bookmark and Share

venerdì 12 dicembre 2008

Scuola, la riforma slitta al 2010 "Maestro unico solo su richiesta"


Rinviata di un anno la riforma delle scuole superiori. E' il primo risultato del braccio tra mondo della scuola e governo condotto negli ultimi due mesi. Ma dall'incontro con i sindacati a Palazzo Chigi emergono altre importanti novità. Salta, in pratica, il maestro unico alla scuola elementare e viene confermato il tempo pieno di 40 ore alla scuola elementare. Le importanti novità, che rappresentano un'autentica marcia indietro dell'esecutivo, sono scaturite da un mini vertice svoltosi ieri tra il premier, Silvio Berlusconi, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, il collega dell'Economia, Giulio Tremonti e il presidente della commissione Cultura della Camera, Valentina Aprea.

La novità senz'altro più importante è lo slittamento di un anno (al 2010/2011) della riforma delle scuole superiori: licei, istituti tecnici. Per l'istruzione professionale è tutto ancora in alto mare. I regolamenti verranno presentati al Consiglio dei ministri del prossimo 18 dicembre ma la riforma partirà dal primo settembre 2010. "Per dare modo alle scuole e alle famiglie - si legge in una nota del ministero - di essere correttamente informate sui rilevanti cambiamenti e sulle innovazioni degli indirizzi". Sul secondo ciclo "si aprirà un confronto con tutti i soggetti della scuola sull'applicazione metodologico-didattica dei nuovi regolamenti".

I punti principali della riforma prevede "lo snellimento e la semplificazione degli indirizzi scolastici, più legame tra le richieste del mondo del lavoro e la scuola, il riordino degli istituti tecnici e più opportunità per le famiglie". Dagli 820 indirizzi scolastici (tra sperimentazioni e ordinamenti) si passa a 5 licei (classico, scientifico, artistico, delle scienze umane, linguistico e musicale) e 11 indirizzi per quanto riguarda gli istituti tecnici. Inoltre, "saranno messe a regime le migliori esperienze delle sperimentazioni" e verranno aumentate le ore di "studio della lingua inglese, delle discipline scientifiche e di matematica".

La riforma delle scuola primaria (l'ex elementare e media) e della secondaria di primo grado (la scuola media) partirà dal prossimo anno ma rispetto al disegno della Gelmini subirà alcune importanti modifiche. Salta infatti il maestro unico alla scuola elementare (con impegni di 24 ore settimanali) che si trasforma in "maestro prevalente". Come era stato chiesto, infatti, dalla commissione Cultura della Camera l'orario settimanale di 24 ore sarà solo una opzione che le famiglie potranno chiedere accanto alle 27 e alle 40 ore. Nessuno obbligo, quindi, per le scuole.

La scuola dell'infanzia dove erano a rischio le 40 ore settimanali del cosiddetto "tempo normale" resterà praticamente invariata e viene confermato il Tempo pieno con due insegnanti per classe, così come richiesto dal Parere Aprea. Alle medie l'orario settimanale sarà di 30 ore anziché 29 come ipotizzato dal Piano-Gelmini. Il numero massimo di alunni per classe non verrà elevato. Infine, il governo, si è dichiarato disponibile ad aprire un tavolo sul precariato. La marcia indietro del governo non soddisfa Flc Cgil e Cobas che confermano lo sciopero generale di domani. Soddisfatto Walter Veltroni. "Vedo - ha detto il segretario del Pd - che il governo sulla scuola fa una completa marcia indietro. Ora tutte le prediche che ci avevano fatto, le lezioncine rivolte a noi e a quanti osavano criticare che fine hanno fatto? Vuol dire che avevamo ragione noi, avevano ragione i sindacati dei docenti, gli studenti, i genitori, quel grande movimento che aveva bocciato la finta riforma".

Fonte(La Repubblica 12/12/08)

Gelmini: "Nessuna retromarcia" Ma i documenti la smentiscono


Ventiquattro ore dopo l'inattesa marcia indietro del governo sulla scuola restano diversi dubbi. Insegnanti e dirigenti scolastici si chiedono: ma il maestro unico c'è oppure no? Secondo il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, quella di ieri pomeriggio è stata soltanto una piccola correzione di rotta sul piano e "non c'è nessuna retromarcia".

"E' tutto confermato", dichiara il giorno dopo la responsabile del dicastero di viale Trastevere che aggiunge: "Un unico maestro sarà il punto di riferimento educativo del bambino e viene abolito il modello a più maestri degli anni 90". Per la Gelmini, quindi, per il cosiddetto "modulo" di tre insegnanti su due classi è tempo di andare in soffitta. "Chiunque affermi in queste ore che è cambiato qualcosa sta semplicemente dicendo una falsità - incalza - e cerca in maniera strumentale di mettere in discussione la linea del governo che non è mai cambiata e che non cambia".

Ma come stanno le cose? Per stabilirlo basta rileggere le carte. La versione del Piano-Gelmini passata dalle commissioni di Camera e Senato (atto numero 36) in proposito dice che "nella scuola primaria va privilegiata l'attivazione di classi affidate ad un unico docente e funzionanti per un orario di 24 ore settimanali". Per il governo "tale modello didattico e organizzativo, infatti, appare più funzionale all'innalzamento degli obiettivi di apprendimento, (...) favorisce l'unitarietà dell'insegnamento soprattutto nelle classi iniziali, rappresenta un elemento di rinforzo del rapporto educativo tra docente e alunno, semplifica e valorizza la relazione tra scuola e famiglia".

Ma, chiamata a esprimere un parere, la commissione Cultura della Camera ha condizionato l'approvazione del Piano precisando che (punto d) "in relazione alla scuola primaria sia previsto che l'attivazione di classi affidate ad unico docente, funzionanti per un orario di 24 ore settimanali, sia effettuata sulla base di specifiche richieste delle famiglie e siano garantiti gli insegnamenti specialistici di religione e di inglese". E che (punto e) "sia stabilito il tempo scuola in funzione non soltanto delle esigenze di riorganizzazione didattica, ma soprattutto in ragione della domanda delle famiglie e pertanto siano garantiti differenti articolazioni dell'orario scolastico a 24, 27, 30 e 40 ore, mantenendo la figura dell'insegnante prevalente" secondo quanto previsto dal decreto Moratti.

E il testo dell'accordo tra governo e sindacati firmato ieri sembra proprio pendere verso questa strada. "In particolare, per l'orario a 24 (solo prime classi per l'anno scolastico 2009/2010) e 27 ore, si terrà conto delle specifiche richiesta delle famiglie", specifica il punto b del verbale. Non sembrano esserci dubbi. Saranno le famiglie e le scuole nell'ambito della loro autonomia, e non più il ministero attraverso la leva degli organici, a determinare quanti insegnanti entreranno in classe. A questo punto occorrerà aspettare le scelte delle famiglie. Quanti saranno i genitori disposti ad accompagnare i bambini alle 8 e riprenderli alle 12.30?

"Riteniamo più che positivo il ruolo attivo dato alle famiglie e ai genitori nel settore scuola grazie alla possibilità di scelta tra diversi modelli di orario e di conseguenza tra diversi modelli formativi", dichiara il movimento dei genitori (Moige) attraverso il suo responsabile. "Questo nuovo elemento lascia un margine decisionale importante ai genitori - continua Bruno Iadaresta - che potranno, quindi, decidere insieme alle autorità scolastiche il metodo educativo migliore per i propri figli".

Le altre novità, marcia indietro o no, riguardano le lezioni pomeridiane nel primo ciclo (scuola dell'infanzia, scuola primaria e media) che continueranno ad essere garantite. La scuola materna ed elementare a 40 ore, che continueranno a funzionare con due insegnanti per classe. La scuola media che, anziché 29 ore di orario obbligatorio, ne avrà 30. Il congelamento "in connessione con l'attivazione dei piani di riqualificazione dell'edilizia scolastica" dell'innalzamento del numero massimo di alunni per classe. Sarà, inoltre, "tutelato il rapporto di un docente ogni due alunni disabili" mentre la riforma della scuola superiore partirà dal 2010/2011.

Il governo si è anche impegnato "a costituire un tavolo permanente di confronto per ricercare le possibili soluzioni a tutela del personale precario attualmente con nomina annuale o fino al termine delle attività didattiche, per favorire continuità delle attività di insegnamento e di funzionamento" e "a prevedere, qualora le risorse di bilancio lo consentano, l'estensione degli sgravi fiscali previsti in materia di salario accessorio" anche per il personale della scuola.

La riforma del secondo ciclo (licei, istituti tecnici e istituti professionali), inizialmente prevista per il primi settembre 2009, partirà dal 2010/2011. L'informazione per famiglie e ragazzi sul "nuovo corso" inizierà dal primo gennaio 2009.

Dal 2009 partiranno i regolamenti riguardanti il Dimensionamento della rete scolastica, quello relativo all'intero primo ciclo e il regolamento sull'utilizzo delle risorse della scuola (del personale). I tagli, insomma, sono confermati ma con le modifiche apportate oggi potrebbero non raggiungere le 132 mila unità in tre anni previste dal Piano.

Fonte(La Repubblica 12/12/08)

giovedì 11 dicembre 2008

Il testo del decreto sul quale il governo è stato battuto oggi 11/12/08

DECRETO-LEGGE 10 NOVEMBRE 2008, N. 180 Disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca - Testo con le modifiche del Senato

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;

Ritenuta la necessità ed urgenza di dettare norme che dispongono una distribuzione delle risorse stanziate per l'anno 2008 per la qualità del sistema universitario, tenendo conto dei risultati dei processi formativi e delle attività di ricerca scientifica, nonché della efficacia ed efficienza delle sedi didattiche;

Ritenuta la necessità ed urgenza di disciplinare, in attesa del riordino organico dei criteri di reclutamento dei professori universitari, le procedure relative ai concorsi di imminente espletamento, secondo criteri di trasparenza, imparzialità e di valorizzazione del merito;

Ritenuta la necessità ed urgenza di assicurare immediate risorse aggiuntive per garantire l'esercizio del diritto allo studio, in attuazione dell'articolo 34 della Costituzione;

Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 6 novembre 2008;

Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze;

emana

il seguente decreto-legge:

Articolo 1.

(Disposizioni per il reclutamento nelle università e per gli enti di ricerca).

1. Le università statali che, alla data del 31 dicembre di ciascun anno, hanno superato il limite di cui all'articolo 51, comma 4, della

legge 27 dicembre 1997, n. 449, fermo restando quanto previsto dall'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, non possono procedere all'indizione di procedure concorsuali e di valutazione comparativa, né all'assunzione di personale. Alle stesse università è data facoltà di completare le assunzioni dei ricercatori vincitori dei concorsi di cui all'articolo 3, comma 1, del decreto-legge 7 settembre 2007, n. 147, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 ottobre 2007, n. 176, e all'articolo 4-bis, comma 17, del decreto-legge 3 giugno 2008, n. 97, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2008, n. 129, e comunque di concorsi espletati alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica.

1-bis. Per i fini di cui al comma 1, gli effetti dell'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, sono ulteriormente differiti al 31 dicembre 2009.

2. Le università di cui al comma 1, sono escluse dalla ripartizione dei fondi relativi agli anni 2008-2009, di cui all'articolo 1, comma 650, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.

3. Il primo periodo del comma 13, dell'articolo 66 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è sostituito dai seguenti: «Per il triennio 2009-2011, le università statali, fermi restando i limiti di cui all'articolo 1, comma 105, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, possono procedere, per ciascun anno, ad assunzioni di personale nel limite di un contingente corrispondente ad una spesa pari al cinquanta per cento di quella relativa al personale a tempo indeterminato complessivamente cessato dal servizio nell'anno precedente. Ciascuna università destina tale somma per una quota non inferiore al 60 per cento all'assunzione di ricercatori a tempo indeterminato, nonché di contrattisti ai sensi dell'articolo 1, comma 14, della legge 4 novembre 2005, n. 230, e per una quota non superiore al 10 per cento all'assunzione di professori ordinari. Sono fatte salve le assunzioni dei ricercatori per i concorsi di cui all'articolo 1, comma 648, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, nei limiti delle risorse residue previste dal predetto articolo 1, comma 650.».

Conseguentemente, l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 5, comma 1, lettera a), della legge 24 dicembre 1993, n. 537, concernente il fondo per il finanziamento ordinario delle università, è integrata di euro 24 milioni per l'anno 2009, di euro 71 milioni per l'anno 2010, di euro 118 milioni per l'anno 2011 e di euro 141 milioni a decorrere dall'anno 2012.

4. Per le procedure di valutazione comparativa per il reclutamento dei professori universitari di I e II fascia della prima e della seconda sessione 2008, le commissioni giudicatrici sono composte da un professore ordinario nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando e da quattro professori ordinari sorteggiati in una lista di commissari.

eletti tra i professori ordinari appartenenti al settore scientifico-disciplinare oggetto del bando, in numero triplo rispetto al numero dei commissari complessivamente necessari nella sessione. L'elettorato attivo è costituito dai professori ordinari e straordinari appartenenti al settore oggetto del bando. Sono esclusi dal sorteggio relativo a ciascuna commissione i professori che appartengono all'università che ha richiesto il bando. Ove il settore sia costituito da un numero di professori ordinari pari o inferiore al necessario, la lista è costituita da tutti gli appartenenti al settore ed è eventualmente integrata mediante elezione, fino a concorrenza del numero necessario, da appartenenti a settori affini. Nell'ipotesi in cui il numero dei professori ordinari appartenenti al settore scientifico-disciplinare oggetto del bando, integrato dai professori ordinari appartenenti ai settori affini, sia inferiore al triplo del numero dei commissari necessari nella sessione, si procede direttamente al sorteggio. Il sorteggio è effettuato in modo da assicurare, ove possibile, che almeno due dei commissari sorteggiati appartengano al settore disciplinare oggetto del bando. Ciascun commissario può, ove possibile, partecipare, per ogni fascia e settore, ad una sola commissione per ciascuna sessione.

5. In attesa del riordino delle procedure di reclutamento dei ricercatori universitari e comunque fino al 31 dicembre 2009, le commissioni per la valutazione comparativa dei candidati di cui all'articolo 2 della legge 3 luglio 1998, n. 210, sono composte da un professore ordinario o da un professore associato nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando e da due professori ordinari sorteggiati in una lista di commissari eletti tra i professori ordinari appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando, in numero triplo rispetto al numero dei commissari complessivamente necessari nella sessione. L'elettorato attivo è costituito dai professori ordinari e straordinari appartenenti al settore oggetto del bando. Sono esclusi dal sorteggio relativo a ciascuna commissione i professori che appartengono all'università che ha richiesto il bando. Il sorteggio è effettuato in modo da assicurare ove possibile che almeno uno dei commissari sorteggiati appartenga al settore disciplinare oggetto del bando. Si applicano in quanto compatibili le disposizioni di cui al comma 4.

6. In relazione a quanto disposto dai commi 4 e 5, le modalità di svolgimento delle elezioni, ivi comprese ove necessario le suppletive, e del sorteggio sono stabilite con apposito decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca avente natura non regolamentare da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Si applicano in quanto compatibili con il presente decreto le disposizioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 2000, n. 117.

6-bis. Per sovraintendere allo svolgimento delle operazioni di votazione e di sorteggio di cui ai commi 4 e 5, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca è nominata una commissione a livello nazionale composta da sette professori ordinari designati dal Consiglio universitario nazionale nel proprio seno. Le operazioni di sorteggio sono pubbliche. La commissione, nella prima adunanza, provvede altresì alla certificazione dei meccanismi di sorteggio per la proclamazione degli eletti nelle commissioni dei singoli concorsi. Per la partecipazione all'attività della commissione non sono previsti compensi, indennità o rimborsi spese. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica.

7. Nelle procedure di valutazione comparativa per il reclutamento dei ricercatori bandite successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto, la valutazione comparativa è effettuata sulla base dei titoli, illustrati e discussi davanti alla commissione, e delle pubblicazioni dei candidati, ivi compresa la tesi di dottorato, utilizzando parametri, riconosciuti anche in ambito internazionale, individuati con apposito decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, avente natura non regolamentare, da adottare entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sentito il Consiglio universitario nazionale.

8. Le disposizioni di cui al comma 5, si applicano, altresì, alle procedure di valutazione comparativa indette prima della data di entrata in vigore del presente decreto, per le quali non si sono ancora svolte, alla medesima data, le votazioni per la costituzione delle commissioni. Fermo restando quanto disposto al primo periodo, le eventuali disposizioni dei bandi già emanati, incompatibili con il presente decreto, si intendono prive di effetto. Sono, altresì, privi di effetto le procedure già avviate per la costituzione delle commissioni di cui ai commi 4 e 5 e gli atti adottati non conformi alle disposizioni del presente decreto.

8-bis. I professori universitari i quali non usufruiscono del periodo di trattenimento in servizio di cui all'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, conservano l'elettorato attivo e passivo ai fini della costituzione delle commissioni di valutazione comparativa per posti di professore e ricercatore universitario, e comunque non oltre il 1o novembre successivo al compimento del settantaduesimo anno di età.

8-ter. Per le procedure di valutazione comparativa di cui al comma 4 e per quelle relative al reclutamento dei ricercatori universitari, il cui termine di presentazione delle domande sia scaduto alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, ovvero sia ancora aperto alla predetta data, le università possono fissare per una data non successiva al 31 gennaio 2009 un nuovo termine di scadenza della presentazione delle domande di partecipazione. Al fine di assicurare pari condizioni tra i candidati, rimangono invariate le norme del bando riguardanti le caratteristiche ed i termini temporali di possesso dei titoli e delle pubblicazioni allegabili da parte dei candidati.

9. All'articolo 74, comma 1, lettera c), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, dopo le parole: «personale non dirigenziale» sono inserite le seguenti: «, ad esclusione di quelle degli enti di ricerca,».

Articolo 1-bis.

(Disposizioni in materia di chiamata diretta e per chiara fama nelle università).

1. Il comma 9 dell'articolo 1 della legge 4 novembre 2005, n. 230, è sostituito dai seguenti:

«9. Nell'ambito delle relative disponibilità di bilancio, le università possono procedere alla copertura di posti di professore ordinario e associato e di ricercatore mediante chiamata diretta di studiosi stabilmente impegnati all'estero in attività di ricerca o insegnamento a livello universitario da almeno un triennio, che ricoprono una posizione accademica equipollente in istituzioni universitarie estere, ovvero che abbiano già svolto per chiamata diretta autorizzata dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca nell'ambito del programma di rientro dei cervelli un periodo di almeno tre anni di ricerca e di docenza nelle università italiane e conseguito risultati scientifici congrui rispetto al posto per il quale ne viene proposta la chiamata. A tali fini le università formulano specifiche proposte al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca il quale concede o rifiuta il nulla osta alla nomina previo parere del Consiglio universitario nazionale. Nell'ambito delle relative disponibilità di bilancio, le università possono altresì procedere alla copertura dei posti di professore ordinario mediante chiamata diretta di studiosi di chiara fama. A tal fine le università formulano specifiche proposte al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca il quale concede o rifiuta il nulla osta alla nomina, previo parere di una commissione, nominata dal Consiglio universitario nazionale, composta da tre professori ordinari appartenenti al settore scientifico-disciplinare in riferimento al quale è proposta la chiamata. Il rettore, con proprio decreto, dispone la nomina determinando la relativa classe di stipendio sulla base della eventuale anzianità di servizio e di valutazioni di merito.

9-bis. Dalle disposizioni di cui al comma 9 non devono derivare nuovi oneri a carico della finanza pubblica».

Articolo 2.

(Misure per la qualità del sistema universitario).

1. A decorrere dall'anno 2009, al fine di promuovere e sostenere l'incremento qualitativo delle attività delle università statali e di

migliorare l'efficacia e l'efficienza nell'utilizzo delle risorse, una quota non inferiore al 7 per cento del fondo di finanziamento ordinario di cui all'articolo 5 della legge 24 dicembre 1993, n. 537, e successive modificazioni, e del fondo straordinario di cui all'articolo 2, comma 428, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, con progressivi incrementi negli anni successivi, è ripartita prendendo in considerazione:

a) la qualità dell'offerta formativa e i risultati dei processi formativi;

b) la qualità della ricerca scientifica;

c) la qualità, l'efficacia e l'efficienza delle sedi didattiche.

2. Le modalità di ripartizione delle risorse di cui al comma 1 sono definite con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, avente natura non regolamentare, da adottarsi, in prima attuazione, entro il 31 marzo 2009, sentiti il Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca e il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario. In sede di prima applicazione, la ripartizione delle risorse di cui al comma 1 è effettuata senza tener conto del criterio di cui alla lettera c) del medesimo comma.

Articolo 3.

(Disposizioni per il diritto allo studio universitario dei capaci e dei meritevoli).

1. Al fine di favorire la mobilità degli studenti garantendo l'esercizio del diritto allo studio, il fondo per il finanziamento dei progetti volti alla realizzazione degli alloggi e residenze di cui alla legge 14 novembre 2000, n. 338, è integrato di 65 milioni di euro per l'anno 2009.

1. Identico.

2. Al fine di garantire la concessione agli studenti capaci e meritevoli delle borse di studio, il fondo di intervento integrativo di cui all'articolo 16 della legge 2 dicembre 1991, n. 390, è incrementato per l'anno 2009 di un importo di 135 milioni di euro.

3. Agli interventi di cui ai commi 1 e 2, per 65 milioni di euro relativamente al comma 1 e per 405 milioni di euro relativamente al comma 2, si fa fronte con le risorse del fondo per le aree sottoutilizzate di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, relative alla programmazione per il periodo 2007-2013, che, a tale scopo, sono prioritariamente assegnate dal CIPE al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca nell'ambito del programma di competenza dello stesso Ministero.

3-bis. All'articolo 3-bis, comma 1, quinto periodo, del decreto-legge 9 maggio 2003, n. 105, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 luglio 2003, n. 170, le parole: «due anni» sono sostituite dalle seguenti: «tre anni».

Articolo 3-bis.

(Anagrafe nazionale dei professori ordinari e associati e dei ricercatori).

1. A decorrere dall'anno 2009, con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca sono individuati modalità e criteri per la costituzione, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, presso il Ministero, di una Anagrafe nazionale nominativa dei professori ordinari e associati e dei ricercatori, contenente per ciascun soggetto l'elenco delle pubblicazioni scientifiche prodotte. L'Anagrafe è aggiornata con periodicità annuale.

Articolo 3-ter.

(Valutazione dell'attività di ricerca).

1. Gli scatti biennali di cui agli articoli 36 e 38 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 382, destinati a maturare a partire dal 1o gennaio 2011, sono disposti previo accertamento da parte della autorità accademica della effettuazione nel biennio precedente di pubblicazioni scientifiche.

2. I criteri identificanti il carattere scientifico delle pubblicazioni sono stabiliti con apposito decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, su proposta del Consiglio universitario nazionale e sentito il Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca.

3. La mancata effettuazione di pubblicazioni scientifiche nel biennio precedente comporta la diminuzione della metà dello scatto biennale.

4. I professori di I e II fascia e i ricercatori che nel precedente triennio non abbiano effettuato pubblicazioni scientifiche individuate secondo i criteri di cui al comma 2 sono esclusi dalla partecipazione alle commissioni di valutazione comparativa per il reclutamento rispettivamente di professori di I e II fascia e di ricercatori.

Articolo 3-quater.

(Pubblicità delle attività di ricerca delle università).

1. Con periodicità annuale, in sede di approvazione del conto consuntivo relativo all'esercizio precedente, il rettore presenta al consiglio di amministrazione e al senato accademico un'apposita relazione concernente i risultati delle attività di ricerca, di formazione e di trasferimento tecnologico nonché i finanziamenti ottenuti da soggetti pubblici e privati. La relazione è pubblicata sul sito internet dell'ateneo e trasmessa al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. La mancata pubblicazione e trasmissione sono valutate anche ai fini della attribuzione delle risorse finanziarie a valere sul Fondo di finanziamento ordinario di cui all'articolo 5 della legge 24 dicembre 1993, n. 537, e sul Fondo straordinario di cui all'articolo 2, comma 428, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.

Articolo 3-quinquies.

(Definizione degli ordinamenti didattici delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica).

1. Attraverso appositi decreti ministeriali emanati in attuazione dell'articolo 9 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 luglio 2005, n. 212, sono determinati gli obiettivi formativi e i settori artistico-disciplinari entro i quali l'autonomia delle istituzioni individua gli insegnamenti da attivare.

Articolo 4.

(Norma di copertura finanziaria).

1. Agli oneri derivanti dall'articolo 1, comma 3, pari a 24 milioni di euro per l'anno 2009, a 71 milioni di euro per l'anno 2010, e a 141 milioni di euro a decorrere dall'anno 2011, si provvede mediante corrispondente riduzione lineare delle dotazioni finanziarie delle missioni di spesa di ciascun Ministero per gli importi indicati nell'elenco 1 allegato al presente decreto. Dalle predette riduzioni sono escluse le spese indicate nell'articolo 60, comma 2, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nonché quelle connesse all'istruzione ed all'università.

Articolo 5.

(Entrata in vigore).

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a Roma, addì 10 novembre 2008.

NAPOLITANO

Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri.

Gelmini, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

Tremonti, Ministro dell'economia e delle finanze.

Visto, il Guardasigilli: Alfano.

Università, intoppo per la Gelmini il governo battuto alla Camera


Governo battuto in commissione Esteri sul decreto-legge Gelmini riguardante l'università. L'esecutivo è andato sotto sulla cosiddetta norma relativa al "rientro dei cervelli" contenuta nel disegno di legge "Disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca", in discussione oggi pomeriggio dapprima in commissione Cultura e successivamente in commissione Esteri. Lo riferisce Paolo Corsini (Pd) che dichiara: "Grazie al voto contrario di Pd, delegazione Radicale e Italia dei valori abbiamo contestato la formulazione su uno dei punti più importanti del provvedimento: cioè il rientro dei cervelli dall'estero perché pur condividendo ovviamente il fine la norma otterrebbe esattamente l'obiettivo opposto, cioè l'allontanamento delle eccellenze dai nostri atenei".

Le prime fibrillazioni sulla norma di conversione del decreto-legge dello scorso 10 novembre si sono manifestate nel primo pomeriggio in commissione Cultura, dove i deputati del Pd hanno abbandonato per protesta i lavori. "L'università - dichiarano in una nota congiunta i componenti Pd - ha bisogno di misure di riordino efficaci e ben fatte. Non accettiamo immotivate forzature perché non ci sono ragioni oggettive per accelerare il naturale iter parlamentare del decreto e non si capisce proprio la fretta di mettere l'approvazione del decreto sotto l'albero di Natale".

Durante i lavori della commissione Cultura il provvedimento è stato criticato apertamente dagli stessi componenti della maggioranza che, successivamente, di fronte al rischio allungare eccessivamente i tempi di approvazione della norma, hanno gettato la spugna. Il decreto-legge deve essere infatti convertito entro il 9 gennaio prossimo e, dopo l'approvazione al Senato, una eventuale modifica alla Camera porterebbe il disegno di legge in terza lettura.

Il provvedimento oltre alle cosiddette norme "anti-baroni" prevede l'impossibilità per gli atenei con i conti in rosso (spesa per il personale superiore al 90 per cento del totale) di effettuare nuove assunzioni. Quelli con i conti a posto potranno derogare dal turn over al 20 per cento per arrivare quota 50 per cento e gli atenei virtuosi avranno la possibilità di ottenere più finanziamenti (il 7 per cento del Fondo di finanziamento ordinario sarà assegnato in base alle pagelle redatte dal Cnvsu - il Comitato nazionale valutazione del sistema universitario). E ancora: le università potranno coprire i posti docente e ricercatore chiamando studiosi "stabilmente impegnati all'estero". Mentre nelle commissioni per il reclutamento dei professore e dei ricercatore prevarrà il sorteggio.

Verrà, inoltre, "costituita l'anagrafe dei professori", con l'obbligo per tutti i docenti di pubblicare l'elenco delle loro attività di ricerca scientifica. Mentre i rettori, in sede di approvazione del bilancio, dovranno pubblicare una "relazione concernente i risultati delle attività di ricerca, di formazione e di trasferimento tecnologico nonché i finanziamenti ottenuti da soggetti pubblici e privati".

"Basta con la demagogia. Non è vero che questo governo fa la lotta ai baroni", dichiara Vincenzo Cerami, ministro ombra dei Beni culturali, che incalza: "La ministra Gelmini, piuttosto che premiare i docenti che pubblicano in fantasmatiche case editrici il risultato delle loro ricerche, dovrebbe dare consistente valore alla didattica, che ad oggi non costituisce alcun punteggio nell'ambito della carriera universitaria". E aggiunge: "Gli studenti pagano l'onerosa retta per essere istruiti e non per il curriculum di presunta scientificità dei professori. Ella deve sapere che nel quasi cento per cento dei casi si tratta di pubblicazioni inutili, pretestuose e improvvisate a mero scopo carri eristico. Temiamo che questo governo voglia dare l'impressione di cambiare molto senza, in realtà, cambiare niente".

Fonte(La Repubblica 11/12/08)

martedì 9 dicembre 2008

Università, Letta contestato Uova e insulti dagli studenti


SIENA - "Buffone, buffone". E' il coro che ha accolto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, in visita al Santa Maria della Scala di Siena per ricevere il premio intitolato a Paolo Frajese. Ad attenderlo oggi, però, c'era un gruppo di studenti e ricercatori dell'Università toscana, pronti a contestare duramente la riforma della scuola firmata dal governo Berlusconi.

"Voi la distruggete, noi la costruiamo", recitava uno striscione a favore della tutela dell'università. E poi urla, lancio di uova e pomodori all'indirizzo di Letta, a cui uno studente ha anche dato del "ciambellano".

Il ragazzo è stato allontanato dalla polizia. E non sono mancati i momenti di tensione tra i poliziotti e gli studenti e i precari che stavano manifestando all'esterno mentre la cerimonia era in corso. Alcuni giovani hanno denunciato di essere stati caricati dagli agenti con i manganelli. Tre ragazzi sono andati al pronto soccorso per essere visitati.

Ma prima la contestazione è entrata anche nell'aula della cerimonia. Poco prima della premiazione una ricercatrice dell'università di Siena ha fatto il suo ingresso in sala e ha letto un documento contro i tagli delle leggi 133 e 180, specificando di non voler contestare il premio Frajese ma Gianni Letta "in quanto rappresentante di spicco di un Governo che sta portando avanti una politica dissennata di privatizzazioni e tagli". "Si salvano le squadre di calcio, si salvano le banche, ma non le università, evidentemente perché non si vuole salvare l'università pubblica", ha attaccato la ricercatrice.

"Evidentemente - ha detto Letta - non conoscono la legge 133 e ne danno un'interpretazione che è quella che corre su tutti o certi giornali. Basterebbe approfondire un po' meglio per capire che le cose non stanno così perché noi per primi abbiamo a cuore l'università di Siena e quella italiana in genere".

Fonte (La Repubblica 08/12/08)

venerdì 5 dicembre 2008

DOCUMENTARIO ONDA ANOMALA NEL PRIMO MESE DI PROTESTE NE LA SAPIENZA

DOCUMENTARIO ONDA ANOMALA NEL PRIMO MESE DI PROTESTE NE LA SAPIENZA





Fonte (http://no133.net)

giovedì 20 novembre 2008

Diventa anche tu un Ricercatore.............Se ci riesci!!!


Nino Luca sul web del “Corriere della Sera”, sta scrivendo articoli e raccogliendo mail di giovani laureati che cercano di entrare come ricercatori o come docenti all’università, e spiegano come i concorsi siano truccati, decisi. Molte lettere sono formulate come fossero una scommessa: volete vedere che nel concorso della Facoltà di Lettere, della città di… vincerà, sui 20 partecipanti, il dott… etc. etc.? Molti, protetti dall’anonimato, per “evitare ritorsioni”, scrivono già cosa potrà accadere nei vari concorsi sparsi per l’Italia. E naturalmente c’è ormai un’onda, magari più piccola, di indignazione generale, con la richiesta, davvero bizzarra, di far esaminare i candidati da commissioni straniere.

Che i concorsi universitari non premino il merito dei candidati ma quasi esclusivamente gli equilibri di potere tra atenei e docenti è una cosa assolutamente nota. Che tutto questo abbia portato negli anni a una qualità universitaria non adeguata agli standard europei è un dato di fatto. E che questo porti a un impoverimento nella ricerca, è cosa ormai sotto gli occhi di tutti.

Ma in verità, il vizio dei concorsi truccati dell’università non è che un piccolissimo tassello di un paese che sembra quasi irridemibile. Dove tutto è dilettantesco, vecchio, stanco, e neppure troppo onesto. Dove le classi dirigenti (tutte) sono selezionate per cooptazione, e sono inadeguate completamente, dove la classe politica (tutta) è troppo vecchia. Dove gli stessi giovani hanno gettato la spugna, smettono di prepararsi veramente, e provano a cercare lavoro e posizione attraverso l’intrigo, l’ambiguità, ed ereditano da subito vizi e vezzi della classe dirigente.

Alla fine i più bravi vanno via (e sono quasi sempre i più ricchi, quelli che se lo possono permettere) mentre tutti gli altri imparano a nuotare sulle sabbie mobili, e perfezionano quel modo melmoso e sfuggente che è dei loro padri e dei modelli politici e imprenditoriali di riferimento. La tragedia non è che il nostro “non è un paese per giovani”: la tragedia è che l’Italia è diventato un paese dove i giovani si comportano come i vecchi, e senza avere neppure avere la preparazione dei loro padri e dei loro nonni. Quei vecchi potenti che da noi non sono saggi e generosi, ma avidi e con un’ansia ormai patologica di conservare e di rimanere nei posti di potere.

Fonte (L' Unità 20/11/08)

domenica 16 novembre 2008

Le proposte dell' Onda alla Sapienza su didattica, welfare e formazione

Le proposte dell' Onda alla Sapienza su didattica, welfare e formazione

Per visualizzare il video
cliccare sull' immagine in basso



Sapienza, studenti da tutta Italia per riformare l'università dal basso


Migliaia di delegati da tutti gli atenei in assemblea plenaria
Una piattaforma su diritto allo studio, welfare, didattica e ricerca.


Una bozza di autoriforma dal basso per iniziare il dibattito verso la costruzione dell'"Altra università", quella scritta dai protagonisti. Questa mattina a La Sapienza, sul prato alle spalle del rettorato, oltre duemila delegati arrivati da tutti gli atenei italiani, si sono riuniti in assemblea plenaria. Approvate con una standing ovation le basi della piattaforma programmatica su diritto allo studio, welfare, didattica e ricerca.

All'ordine del giorno anche proposte e date per le future mobilitazioni dell'Onda, prima fra tutte la giornata del 28 novembre nella quale saranno chiamate a raccolta tutte le città italiane, per cortei e iniziative contro i decreti Gelmini su scuola e università. E ancora, prima dell'appuntamento nazionale del 12 dicembre, in occasione dello sciopero generale della Cgil, gli studenti pensano ad un'intera settimana di mobilitazione per rivendicare la gratuità di mense, trasporti e cultura.

Dopo i workshop di ieri, con circa 200 interventi, nel secondo giorno di assemblea gli studenti hanno fatto il punto sulle proposte emerse fino ad ora. Sul fronte della didattica l'Onda ha bocciato la formula del 3+2 e del sistema dei crediti, proponendo un conseguente accorpamento degli esami. E ancora un'equa retribuzione di stage e tirocini, l'abolizione del numero chiuso e della frequenza obbligatoria, nonché una revisione totale dei piani di studio.

Gli studenti hanno anche stabilito con fermezza il principio dell'indipendenza e dell'autonomia della ricerca "che non deve essere subordinata a logiche di mercato" si legge nel report, e che non può "non essere disgiunta dalla realizzazione di un nuovo concetto di valutazione". Al centro del dibattito la questione del reddito con il conseguente riconoscimento di stipendi per ricercatori precari e dottorandi.

Tra le proposte relative al sistema del dottorato di ricerca anche la soppressione dei titoli "senza borsa", l'istituzione di uno statuto nazionale ed una volta concluso il ciclo di ricerca, un contratto unico di lavoro subordinato della durata non inferiore ai 2 anni. Nella lista dei "no" anche quello relativo alle tasse d'iscrizione e al blocco del turn over, mentre in quella delle proposte, la richiesta di un censimento nazionale sul lavoro precario nelle università, la convocazione di una riunione europea del movimento ed un dibattito sulla questione di genere all'interno del mondo universitario.

Inoltre è stata chiesta: l'abolizione di tutti i contratti atipici, garanzie di stabilità di reddito tra un contratto e l'altro, finanziamenti diretti ai gruppi di ricerca senza passare per i docenti. Proposta anche l'abolizione delle due fasce di docenza attuale (associati e ordinari) e la creazione di una fascia unica per mettere un freno ai "concorsi pilotati".

Sul fronte del diritto allo studio, è stata invece annunciata una "campagna di azione" per l'accesso gratuito a cinema, musei e trasporti e sono stati proposti "scioperi bianchi" dei precari contro "il lavoro nero nelle università, svolto da stagisti, tirocinanti e dottorandi".

"Da questa assemblea è uscita una piattaforma condivisa, dimostrando che abbiamo anche idee e non sappiamo dire solo dei no - ha commentato Giorgio Sestili, studente di Fisica - adesso ci auguriamo anche che i docenti valutino le nostre proposte".

Durante i lavori ha preso la parola anche una rappresentante di "Non rubateci il futuro", il coordinamento genitori-insegnanti di Roma e Provincia. Paola Di Meo della scuola elementare romana, Iqbal Masih ha annunciato una nuova manifestazione romana indetta per la mattina del 29 novembre: "Ci sarà tutto l'universo della scuola pubblica - ha spiegato l'insegnante - materne, elementari e medie. Saremo in piazza per ribadire le nostre proposte e con noi porteremo ancora una volta i bambini".

Al termine dell'assemblea plenaria, si è svolta nell'aula 11 di Geologia, occupata, un incontro-dibattito tra gli studenti e un gruppo di insegnanti delle scuole elementari, medie e superiori sul decreto Gelmini.

Fonte (La Repubblica 16/11/08)

sabato 15 novembre 2008

Hotel Sapienza

VIDEO:Notte nell'università occupata della Sapienza, dai ragazzi di tutta Italia!

CLICCA SULL' IMMAGINE IN BASSO
PER VISUALIZZARE IL VIDEO

Gelmini: "Orgogliosa del decreto Spero si torni al dialogo"


Il ministro Gelmini difende la sua riforma scolastica, di cui si dice orgogliosa, ma lancia un appello all'opposizione perché riprenda il dialogo. "Sono orgogliosa del decreto che abbiamo approvato nel penultimo consiglio dei ministri. E' un decreto molto scarno, consta di solo tre articoli, ma vuole essere un primo passo verso il cambiamento", dice il ministro dell'Istruzione nel corso del convegno nazionale del Pdl a Montecatini.

"In quel decreto - sottolinea - abbiamo voluto mettere al centro del sistema universitario lo studente e le loro famiglie". E, aggiunge il ministro, pur in presenza "di una finanziaria in cui il nostro obiettivo non è quello di mettere le mani nelle tasche degli italiani, quindi di non aumentare la tassazione, ma di spendere al meglio il denaro pubblico, abbiamo trovato risorse per le borse di studio". Questo governo, sottolinea "per la prima volta è in grado di concedere 180 mila borse di studio a tutti i ragazzi capaci e meritevoli". Inoltre, continua il ministro, "è giusto sostenere le residenze universitarie".

Fra gli obiettivi della riforma c'è quello di cancellare "l'ideologia dell'egualitarismo": "Vogliamo cancellare dalla scuola e dall'università l'ideologia dell'egualitarismo, del 18 o del 6 politico a tutti, e lo vogliamo fare perché abbiamo fiducia nelle persone". E' questo, secondo il ministro, che "ha reso la nostra classe insegnante tra le meno pagate d'Europa, e la nostra società tra le meno eguali d'Europa. Non è vero che ci sono pari opportunità".

All'opposizione Maria Stella Gelmini si appella perché possa tornare il dialogo: "Il disagio degli studenti non va strumentalizzato. Ho stima del ministro ombra Mariapia Garavaglia. Mi auguro che l'opposizione abbia il coraggio di avanzare proposte utili per migliorare la scuola" dice il ministro. "Qualche segnale positivo per riprendere il dialogo c'è con qualche sindacato più ragionevole e moderato. Spero - aggiunge Gelmini - che si possa riprendere il filo del discorso e che possa condurre governo e Parlamento a dare risposte precise. Mi auguro che in Parlamento si possa dialogare con l'opposizione".

Fonte (La Repubblica 16/11/08)

venerdì 14 novembre 2008

L'assedio dell'Onda a Montecitorio gli universitari invadono di Roma


Grande manifestazione degli studenti, in piazza contro la riforma
"Siamo in 200mila". Sit in pacifico davanti alla Camera


Domani e dopodomani assemblea nazionale per stilare le proposte di "contro-riforma"
Berlusconi: "Partecipazione certamente al di sotto delle attese"


FOTO DELLA GIORNATA CLICCA QUI
FOTO SIT-IN A MONTECITORIO CLICCA QUI
ROMA - Obiettivi raggiunti. Un corteo massiccio e pacifico, una protesta convinta e colorata, l'assedio di Montecitorio, del Senato, niente provocazioni né frizioni. "L'onda non si arresta, il potere non si acquista" hanno scandito ancora una volta le migliaia di universitari che hanno manifestato a Roma contro la riforma. Duecentomila, forse di più per gli organizzatori, trentamila secondo la Questura. Ma Berlusconi, da Washington, commenta: "Una manifestazione certamente molto inferiore alle aspettative". Confermando che quei ragazzi sono un nervo scoperto per il governo che probabilmente non si aspettava una reazione così compatta e matura ai suoi provvedimenti.

Il fatto è che da ieri sera e per tutta la mattinata la Stazione Termini sfornava ragazzi anche quando la testa del corteo era già via da un po'. Due cortei degli atenei, che sono diventati uno solo, e da un'altra parte quello di Cgil e Uil. Una marea colorata che si è ingrossata sempre di più.

Poco dopo le nove erano migliaia in piazza dei Cinquecento. Il corteo c'è ma non si muove finché non arriva la Sapienza. Ci sono i precari della ricerca con gli striscioni, "RICERCAti in Europa, senza futuro in Italia" scrive l'Istituto nazionale di Fisica nucleare, con il sito web che si chiama buconero.eu. C'è "Geologia in lotta" che protesta "contro la fossilizzazione della cultura". Arrivano "Pisa per il sapere" e le superiori che hanno aderito alla manifestazione, "Contro Gelmini, fascisti e privatizzazione / studenti medi in mobilitazione".

L'attesa è lunga, un camioncino diffonde musica, sul muso c'è scritto "Alitalia Servizi Airport", come sia finito lì è un mistero. I ragazzi cantano, ballano, gridano slogan, poi da piazza Indipendenza avanza un muro umano, ecco la Sapienza che prende la testa del corteo e ci si incammina. Su via Cavour l'onda appare davvero, è un telone azzurro di quelli dei lavori in corso, lo fanno ondeggiare sopra alle loro teste. Il corteo di Roma Tre parte dalla Piramide, arriva al Colosseo e aspetta diligente l'arrivo degli altri, "quando passa lo spezzone della Sapienza - dice uno al megafono - noi ci inseriamo dietro". Non ci si ammucchia e non ci si sperde, la struttura del corteo è solida e così deve restare.

Questo è l'aspetto che più colpisce, oggi. Il più nuovo. Un'organizzazione senza sbavature. C'è anche il servizio d'ordine, lo stampo è vecchio e sempre efficace, i cordoni che ci si prende sottobraccio e di qui non si passa, il percorso è uno e compatti bisogna andare. Lo fanno a piazza Venezia, dove la Guardia di finanza è schierata sul monumento al Milite ignoto e la polizia è distante, fra via del Corso e via del Plebiscito, la piazza è libera ma nessuno si stacca. Un cambio di passo. Il Movimento è diventato adulto. Si staccano, invece, a largo Argentina, perché va bene marciare composti ma quello che interessa è là dietro, bisogna farsi vedere. Il fiume si ramifica al grido di "occupiamo la città", si spandono nelle stradine che portano alla Camera, la polizia ha blindato ogni accesso ma loro si allargano come l'acqua che si rovescia dal secchio. E si ricompattano davanti a Montecitorio.

Il sit in andrà avanti fino al primo pomeriggio, fra slogan e fumogeni colorati, non solo alla Camera, anche intorno al Senato. Le maglie della protesta si allargano, non c'è solo la Gelmini, "Berlusca stiamo arrivando", "Siete tutti pregiudicati" gridano verso la facciata di Montecitorio, e giù fischi per le facce note che passano di lì, prima Ronchi, poi Casini che si allontana a passo svelto, Paolo Cento invece si ferma e si diverte un sacco.

L'onda si muove di nuovo. Il servizio d'ordine rifà il cordone, sciamano verso La Sapienza, in quindici fanno muro davanti agli agenti in assetto antisommossa, a un certo punto ecco l'intoppo e quelli dietro che gridano "a-van-ti, a-van-ti". La polizia li guarda, un po' si confonde perché dietro alle transenne, fra i reparti, ci sono due infiltrati ma camuffati così bene che nemmeno loro li riconoscono, un funzionario dice allarmato "che fanno quei due, che prendono da quello zaino? Ma che, sono dei nostri?" e un altro gli fa cenno che sì, sono dei nostri, giovani, magretti, i jeans calati, proprio come sono quelli che sfilano al di là, com'era Carlo Giuliani, che i ragazzi evocano sfilando davanti ai caschi blu, "Vergogna" gridano, a meno di 24 ore dalla sentenza sulla Diaz, "Carlo è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai".

Se ne vanno fra i turisti che non sanno cosa accade, "manifestescion" dice un celerino a un'americano. Invadono la piazza del Pantheon e corso Vittorio, mangiano seduti in terra a piazza Navona, vicino c'è uno striscione con scritto "Gelmini, facce du' panini". Li aspetta la Sapienza, dove in tanti venuti da fuori si fermeranno anche a dormire. E a lavorare: domani e dopodomani assemblea nazionale perché "non accettiamo i tagli e le privatizzazioni di Tremonti" e "il decreto del 6 novembre è un provvedimento di facciata", spiega l'Unione degli universitari. E' tempo di controriforma. Quello che gli studenti difendono non è lo status quo ma l'esistenza stessa del sistema di formazione pubblico. Proposta, non solo protesta invoca chi l'Onda la vede come fumo negli occhi. E loro ancora una volta capovolgono gli schemi: dalla Sapienza uscirà la proposta.

Fonte (La Repubblica 14 novembre 2008)

Università, il ritorno dell'Onda Studenti a Roma da tutta Italia

Diretta - CRONACA (La Repubblica 14/11/08)

Treni speciali da tante città nella capitale. Tre i cortei per protestare contro il progetto del ministro Gelmini


11:07 Gli studenti: "Vogliamo andare a Montecitorio"

"L'accordo con la questura per il corteo è fino a piazza Navona, ma noi vogliamo arrivare sotto Montecitorio". A ribadire la volontà di arrivare sotto i palazzi del potere è Giorgio Sestili, del collettivo di fisica, uno dei leader della protesta universitaria.

11:01 La Sapienza, in migliaia al corteo

Secondo una prima stima fatta dagli organizzatori sono tra i 20 e i 30 mila gli studenti universitari partiti in corteo dall'università La Sapienza. In testa tre file di studenti marciano in cordone coprendosi con cartelloni di gommapiuma, dove sono scritti titoli di libri e opere storiche.


10:57 Palermo, corteo anti-Gelmini

Gli studenti universitari sono tornati a protestare contro la riforma Gelmini questa mattina anche a Palermo, dove alcune centinaia di giovani hanno attraversato il centro della città con un corteo.

10:53 Da Napoli tremila studenti

Secondo gli organizzatori saranno oltre 3mila i ragazzi partenopei che prenderanno parte alla manifestazione di Roma.

10:51 Pantaleo,Cgil: "Non capisco l'assenza della Cisl"

"Sono addolorato che oggi la Cisl non sia con noi, questo non è un fatto neutrale". Lo afferma il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo - Sulla scuola abbiamo fatto una manifestazione unitaria, perciò non comprendo le ragioni dell'assenza della Cisl".

10:45 Studenti Roma 3, "andiamo a Montecitorio"

Sono diretti a Montecitorio anche senza autorizzazione della Questura gli studenti dell'Università 'Roma 3' che manifestano oggi in piazza contro la riforma Gelmini.

10:41 Uds: "Sarà una manifestazione enorme"

"Sarà una delle più grandi giornate di mobilitazione degli ultimi anni, a dimostrazione che l'Onda ha travolto questo Paese". Così il coordinatore nazionale dell'Uds (Unione degli Studenti), Roberto Iovino, ha definito il corteo degli studenti medi che a breve partirà da piazza dei Cinquecento per poi unirsi agli altri cortei previsti a Roma.

10:39 Milano, corteo all'università

Un corteo di circa 200 persone, tra studenti e lavoratori della Cgil dell'università, oggi in sciopero, e' partito da via Festa del Perdono per raggiungere piazza Duomo per la manifestazione contro i provvedimenti del governo. Dopo due giri del chiostro i manifestanti hanno sfilato nei corridoi dell'ateneo con megafoni e fischietti. "Abbiamo organizzato questo corteo per chi non e' riuscito ad andare a Roma", dicono.

10:34 Partito corteo dalla Sapienza

Migliaia di studenti, arrivati a Roma con treni e autobus privati da tutta Italia, si sono messi in marcia, dalla Sapienza, per il corteo nazionale delle università, dopo aver invaso la città universitaria.

10:32 Piazza Repubblica, studemti a piazza della Repubblica

Sono circa un migliaio gli studenti medi concentrati tra Piazza della Repubblica e Piazza dei Cinquecento. Aspettano che si avvii il corteo diretto a Piazza Navona ballando ed esponendo striscioni colorati.

10:07 Studenti alla Piramide

"L'onda sale, Roma trema": da piazzale Ostiense il corteo di studenti universitari di "Roma3" si prepara alla marcia contro la legge 133 ed i tagli al sapere pubblico che si concluderà a piazza Navona. Di fronte alla stazione di Piramide, a piazzale Ostiense, qualche centinaia di studenti. Un raduno che è iniziato alle 9 della mattina in una piazza ancora deserta e non presidiata dalle forze dell'ordine.

10:05 Piazza gremite dagli studenti

E' già gremito di studenti piazzale Aldo Moro a Roma, da dove partirà il corteo degli universitari che si ritroveranno a piazza Navona. In molti hanno trascorso la notte nelle facoltà occupate della Sapienza, dormendo nei sacchi a pelo. Si sta riempiendo anche piazza della Repubblica, da dove partirà il secondo corteo, quello degli studenti medi. A piazzale della Bocca della Verità, invece, raduno dei manifestanti aderenti ai sindacati. Intanto, da tutta Italia, sono già arrivati numerosi treni di studenti. (ANSA).

09:49 Primi striscioni in piazza

Piazza della Repubblica inizia a riempirsi di striscioni e slogan di protesta: "Rilanciamo la scuola, tagliamo la Gelmini", "Non faremo mai economia del nostro sapere. Firmato Torino", "Facoltà di dissentire. Scienze internazionali e diplomatiche"

09:35 Gli organizzatori: "Saremo 100mila"

Gli organizzatori promettono di essere oltre 100mila, ostenuti anche dai sindacati confederali Cgil e Uil e dagli studenti delle medie superiori.

08:17 Il percorso dei cortei

Il corteo dei sindacati parte da Bocca della verità e si dirige verso piazza Navona. Gli studenti partono invece da due punti diversi, piazzale dei Partigiani e piazzale Aldo Moro, e vanno verso piazza Venezia e Montecitorio. Per poi convergere anche loro a piazza Navona




08:14 Da Napoli un migliaio di partecipanti

Sono un migliaio gli studenti che da Napoli stanno raggiungendo Roma a bordo di un treno speciale messo a disposizione da Trenitalia.

08:13 Oltre 500 studenti da Firenze a Roma

Oltre 500 ragazzi, universitari e studenti medi, sono partiti stamani dalla stazione Santa Maria Novella di Firenze per raggiungere Roma e prendere parte alla manifestazione contro i tagli a scuola e università della riforma Gelmini.

08:12 Il ministro a "Repubblica": "Non cedo"

"La scuola in Italia è come un motore rotto. E' inutile aggiungere benzina, cioè soldi, se il motore è guasto". Lo afferma il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini in un'intervista a "Repubblica". Quanto all'università e all'Onda che oggi torna in piazza a Roma, dice: "a questi ragazzi dico che capisco il loro disagio e che la loro preoccupazione è anche la mia. Io sto dalla loro parte anch'io sono stata studente e ho avuto preoccupazione per il futuro". Insomma, nessun cedimento.

08:10 Treni in arrivo nella capitale da tutta Italia

Tre cortei attraverseranno oggi la capitale, per le manifestazioni di protesta contro i progetti del ministro Mariastella Gelmini per l'Università. Treni stanno arrivando a Roma da tante città italiane.

(La Repubblica 14/11/08)

Treni speciali e pullman in arrivo a Roma per la manifestazione sulla scuola

Oltre 500 ragazzi, universitari e studenti medi, sono partiti stamani alle 6,45 dalla stazione Santa Maria Novella di Firenze per raggiungere Roma e prendere parte alla manifestazione contro i tagli a scuola e università della riforma Gelmini. 400 sono invece in viaggio da Milano, dopo che ieri c’è stato un intero pomeriggio di trattative – con qualche momento di tensione - con Trenitalia per un convoglio speciale a prezzo scontato, a notte sono finalmente partiti: l’intero convoglio costa 18mila euro, ma il prezzo viene suddiviso tra gli studenti, la Cgil e il Prc.
Sono in arrivo a Roma anche 10 pullman della Cgil in partenza dalla Calabria, 50 dalla Toscana, 1500 fra studenti e docenti delle università e delle accademie delle Marche; una delegazione di 200 persone dalla Sicilia e molti gruppi. Sono solo le prime notizie sugli arrivi: gli appuntamenti per i due concentramenti previsti, sono Piazza della Repubblica, dove la partenza del primo corteo era prevista la partenza alle 8, e piazza Bocca della Verità dove il secondo corteo si deve avviare alle 9.
Manifestazioni sono comunque previste anche in molte altre città: da Palermo a Ragusa, Caltanissetta, Trani, Barletta, Foggia, Perugia, Teramo, Prato, Siena, Treviso, Venezia, Padova, Napoli, Torino, Cuneo, Bergamo.

Fonte (L'Unità 14/11/08)

sabato 8 novembre 2008

ATENEI: ANCORA PROTESTE, SCONTRI CON POLIZIA A ROMA

Manifestazione Contro legge 133 a Napoli
Scontri tra polizia e manifestanti a Roma 07/11/08 contro L. 133


ROMA - Ancora proteste e cortei in molte citta' italiane contro le politiche del governo sull'Universita'. Incidenti si sono verificati a Roma alla stazione Ostiense tra le forze dell'ordine e i manifestanti. Un ferito e una decina di contusi. E' il bilancio degli scontri avvenuti nel pomeriggio tra forze dell'ordine e studenti, durante il corteo a Roma, dopo il tentativo dei manifestanti di entrare nella stazione Ostiense per bloccare i binari. Secondo quanto hanno riferito gli studenti, il giovane ferito è un universitario di 25 anni, della facoltà di Scienze Politiche de La Sapienza di Roma, a cui sarebbero stati applicati diversi punti di sutura alla testa, a causa dei colpi ricevuti.

Tra i contusi, invece, un dirigente della polizia e la giornalista di Repubblica, Laura Mari. "Ero con i miei colleghi all'entrata della Stazione Ostiense, tra i tornelli e i cancelli, quando i poliziotti hanno cominciato a caricare gli studenti - ha raccontato la giornalista - che cercavano di entrare nella stazione, e anch'io ho preso delle manganellate alla testa e al gomito. Sono stata caricata nonostante abbia urlato che ero giornalista. Eravamo come in gabbia, dietro quei cancelli, per fortuna poi sono riuscita a uscire coprendomi la testa". Secondo la giornalista, i carabinieri avrebbero fatto irruzione anche in un bar laterale nei pressi della stazione, "dove c'erano ancora studenti che sono poi scappati".

La polizia sostiene di non aver "effettuato nessuna carica contro gli studenti". E' quanto viene riferito dalla questura di Roma a proposito degli scontri tra le forze dell'ordine e i manifestanti. La questura, inoltre, ha sottolineato che "verso la fine della manifestazione un migliaio di studenti, invece, di dirigersi verso l'università come pattuito con i dirigenti dell'ordine pubblico, ha tentato di bloccare la circolazione ferroviaria alla stazione Ostiense. Le forze dell'ordine - hanno aggiunto dalla questura - hanno schierato un contingente, in numero ridotto rispetto ai manifestanti, davanti all'ingresso della stazione". Da quel momento, precisa la questura, 'i manifestanti hanno lanciato bottiglie ed altri oggetti verso gli agenti che hanno respinto il corteo. Numerosi sono stati gli agenti feriti''.

"Ci hanno caricato due volte, hanno caricato chi aveva tentato di occupare i binari della Stazione Ostiense correndo verso i cancelli", ribadiscono invece gli studenti.

Il traffico a Roma e' stato paralizzato da tre cortei ormai diventati un'unica manifestazione. Tra gli striscioni, le scritte 'Noi la crisi non la paghiamo' e 'Questa e' l'onda che non si cavalcà. Diversi cori sono stati indirizzati dai manifestanti al premier Silvio Berlusconi, al ministro Gelmini, a Tremonti e contro le banche. E contro le banche sono state anche fatte 'iniziative' di protesta. Decine di lanci di uova marce contro la banca Carim a via Cavour sono state lanciate dagli studenti durante il corteo. Dopo avere attaccato slip di carta e slogan sulle vetrine della banca, alcuni studenti hanno gridato slogan contro le banche come "Non vogliamo dare soldi pubblici alle banche, vergognatevi", poi è cominciato il lancio di uova. Subito dopo il direttore della banca è uscito per togliere gli striscioni e pulire la facciata commentando: "Sono incivili, io lavoro come gli altri. Se lo Stato prende le decisioni io le rispetto".

In corteo nella capitale anche una foto di Papa Ratzinger con i baffetti alla Hitler e una croce uncinata al posto del crocefisso: l'immagine del pontefice ritoccata col pennarello nero posta sul parabrezza di un furgone che apre uno dei tanti spezzoni della manifestazione.

MILANO:"Siamo 60 mila", lo ha affermato dal palco di piazza Duomo, dove si sta concludendo la manifestazione milanese, il segretario regionale lombardo della Cgil funzione pubblica Vincenzo Moriello. In piazza Duomo è giunto anche un piccolo spezzone del corteo degli studenti universitari, che protestavano in città.

TORINO: tensione a Chivasso, al termine di un corteo studentesco di protesta: una cinquantina di ragazzi ha cercato di entrare in un liceo dove si stava facendo lezione, dopo l'intervento dei carabinieri la situazione è tornata calma.

NAPOLI - Corteo degli studenti medi e universitari campani che protestano contro i decreti Gelmini. Sono migliaia i manifestanti, forti disagi per gli automobilisti. Alla testa del corteo uno striscione con la scritta: "Se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città". Diversi gruppi stanno affiggendo all'ingresso della sede dell'agenzia di lavoro interinale Adecco e della sede regionale della Corte dei conti in via Marina dei manifesti con sopra scritto: "Attenzione, generatore di crisi". I manifestanti hanno transennato simbolicamente l'accesso ai due edifici con nastri bianchi e rossi, affissi anche all'ingresso dell'università Federico II. Nel corteo ci sono dei trampolieri che riproducono l'allegoria di "Alice nel paese delle meraviglie" con riferimento ironico alla situazione finanziaria.

PISA - E' durata circa un'ora e mezzo l'occupazione di cinque binari della stazione di Pisa da parte di 300 studenti, universitari e medi, nell'ambito della mobilitazione contro i tagli all'Università. La protesta, iniziata alle 10,45, si è conclusa intorno alle 12.15. Nel corso della manifestazione disagi al traffico ferroviario, con ritardi vari, ma nessun problema di ordine pubblico. I fumogeni sono stati accesi, è stato precisato, all'esterno della stazione. Alla stazione erano presenti polizia e carabinieri. L'occupazione alla stazione era stata fatta anche per ottenere un colloquio con responsabili delle Ferrovie al fine dell'organizzazione per la trasferta a Roma in occasione della manifestazione del 14 novembre nella capitale. Secondo quanto emerso, dopo anche una mediazione della polizia, un incontro sarebbe stato fissato per i prossimi giorni per discutere della questione.

MACERATA - Prosegue la mobilitazione contro la legge 133. A Macerata studenti delle superiori e dell'Assemblea permanente No133, hanno dato vita a un corteo che da Piazza Pizzarello si é snodato per le vie del centro. Duemila, secondo fonti studentesche, i partecipanti; un'assemblea in strada ha creato disagi alla viabilità rallentando il traffico per circa un'ora. Domani manifestazioni - in vista di quella nazionale del 14 novembre a Roma - sono previste a Pesaro e a Senigallia. Ad Ancona, lezione all'aperto questo pomeriggio, a Piazza Roma, con un seminario sulla "Riforma bonsai".

CAGLIARI - Un corteo di 5000 studenti universitari e delle Medie superiori per le vie di Cagliari. La manifestazione aperta da studenti che, ispirandosi alla canzone dei Pink Floyd The wall, indossano maschere bianche e recano uno striscione con la scritta ironica (in inglese) "Non ci serve l'istruzione".

COSENZA, CATANZARO E REGGIO - Manifestazioni di protesta degli studenti universitari e delle scuole medie superiori sono in corso a Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria. A Cosenza il corteo degli studenti è aperto da uno striscione con la scritta "Noi la crisi non la paghiamo". A Cosenza sono giunte anche delegazioni di studenti universitari di Messina, Potenza e Reggio Calabria. "Stiamo partecipando molti docenti dell'ateneo - ha detto il preside della facoltà di Lettere dell'Unical, Raffaele Perrelli - Lo scopo principale è quello di arginare la politica del governo sia in tema di tagli che di trasformazioni delle fondazioni. E' importante la nostra presenza accanto agli studenti". A Catanzaro gli studenti dell'Università Magna Grecia e delegazioni delle scuole medie superiori stanno partecipando ad un corteo che sfilerà per le vie principali del capoluogo calabrese. A Reggio Calabria, a causa della pioggia delle scorse ore, gli studenti hanno deciso di trasformare il corteo in un Sit-In in corso nei pressi del lungomare.

PALERMO - Una ventina di studenti del comitato "No Gelmini", che hanno dato vita ad un corteo partito dalla cittadella universitaria, sono riusciti a entrare all'interno dell'atrio del rettorato di Palazzo Steri a Palermo. Una occupazione simbolica, seguita da un centinaio di manifestanti rimasti all'esterno del cancello. I promotori dell'iniziativa sono gli stessi che ieri avevano fatto irruzione a un convegno a Palazzo dei Normanni, con la partecipazione di alcuni rettori italiani, esponendo uno striscione contro la legge 133. Uno studente aveva anche ottenuto di prendere la parola per illustrare i motivi della protesta.

Fonte (Ansa 08/11/08)

venerdì 7 novembre 2008

Scuola, migliaia di studenti ai cortei....La Gelmini non ferma l'Onda!


ROMA - In tutta Italia non si arresta la mobilitazione contro la riforma della scuola. Nonostante le timide aperture del ministro Gelmini, gli studenti vanno avanti. A Roma il corteo degli universitari è confluito in quello degli studenti medi che aspettavano proprio nei pressi della Stazione Termini. Tutti insieme, percorrendo via Cavour, stanno andando verso piazza Venezia. Proprio in piazza Esedra sono arrivati - più o meno consapevoli che la manifestazione era di sinistra - quattro giovanissimi ragazzi (tre maschi e una femmina) con svastiche e croci celtiche. Immediata la reazione dei manifestanti che li hanno fatti uscire dalla manifestazione. Gli slogan sono quelli di sempre: no alla legge 133, alla privatizzazione dell'Università, ai tagli della finanziaria, alla riforma promossa dal Governo. Uno striscione apre il corteo degli universitari: "Noi la crisi non la paghiamo". 
Milano. "Siamo oltre 60mila" afferma dal palco allestito in piazza del Duomo Vincenzo Moriello, segretario funzione pubblica della Cgil lombardia, parlando alla grande folla di lavoratori riunitisi in piazza e che sono stati raggiunti, poco prima di mezzogiorno, dagli studenti. In testa al corteo uno striscione dedicato ai quattro studenti dell'Agnesi denunciati a inizio settimana per aver tentato di occupare il liceo: "Io non ho paura. Le denunce non fermano l'onda". Gli studenti medi sono confluiti in piazza al termine di un corteo per le vie del centro che ha visto la partecipazione di circa 400 ragazzi, mentre una cinquantina di universitari sono arrivati dopo un presidio presso le segreterie delle facoltà in via Santa Sofia. 
Napoli. Corteo di studenti delle scuole medie superiori e degli universitari a Napoli contro la riforma Gelmini. Gli studenti, partiti da piazza Mancini, stanno sfilando per le vie della città. Il corteo terminerà a piazza del Plebiscito per stazionare fuori alla Prefettura. 
Pisa. Alcuni binari della stazione di Pisa sono stati occupati da partecipanti alla manifestazione in corso stamani nella città contro la legge 133, a cui stanno prendendo parte sia studenti universitari che medi. Sono stati accesi anche fumogeni. Alla stazione sono presenti le forze dell'ordine.La manifestazione era partita intorno alle 9 da piazza XX Settembre, sotto il Comune. Tra i 200 e i 300 i partecipanti. 
Cagliari. Un corteo di 5000 studenti universitari e delle Medie superiori sta attraversando le vie di Cagliari per protestare contro la legge 133 sulla riforma della scuola e dell'università. La manifestazione, che si concluderà in piazza San Cosimo, è aperta da studenti che, ispirandosi alla canzone The wall, indossano maschere bianche e recano uno striscione con la scritta ironica "non ci serve l'istruzione". 
Torino. Una bara di cartone nera con la fascia tricolore e la scritta 'Studenti e dipendenti affranti' con davanti due lumini con i santini del premier Silvio Berlusconi e del ministro Giulio Tremonti e l'annuncio mortuario che recita 'Si e' spenta in data 6 agosto 2008 l'università causa legge 133. Ne danno il triste annuncio gli studenti tutti e i dipendentì. E' l'immagine che caratterizza la contro inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico di Torino che si sta svolgendo nel piazzale davanti all'ateneo dove è in corso la cerimonia ufficiale che apre il nuovo anno della facoltà. A Chivasso, al termine di un corteo studentesco di protesta: una cinquantina di ragazzi ha cercato di entrare in un liceo dove si stava facendo regolarmente lezione, solo dopo l'intervento dei carabinieri la situazione è tornata calma. 

Fonte (La Repubblica 07/11/08)

mercoledì 5 novembre 2008

Continuano le proteste

Le manifestazioni di protesta contro il decreto Gelmini non si fermano. Un migliaio di studenti sono scesi in strada stamani a Palermo. Apriva il corteo lo striscione con la scritta: "Un urlo alla Gelmini, no alla repressione, più fondi all'istruzione". Corteo di protesta anche a Catanzaro, dove più di 500 studenti delle medie superiori hanno percorso le vie del centro scandendo slogan contro il ministro dell'Istruzione. Anche gli studenti del nautico di Bagnoli bocciano il provvedimento Gelmini: questa mattina hanno occupato per un'ora un binario della stazione di Napoli Campi Flegrei. 
"Cinque in condotta per chi occupa". A Roma, la preside del liceo classico Albertelli annuncia che domani si riunirà il consiglio d'istituto per decidere le punizioni da assegnare agli studenti che hanno occupato l'istituto. Se la scelta ricadrà sul 5 in condotta, sarà bocciatura certa per gli studenti: così vuola la neolegge Gelmini.
fonte(La Repubblica 05/11/08)

Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità, pertanto, non può considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Gli autori non ha nno alcuna responsabilità per quanto riguarda i siti ai quali è possibile accedere tramite i collegamenti posti all'interno del sito stesso, forniti come semplice servizio. Il fatto che il blog fornisca questi collegamenti non implica l'approvazione dei siti stessi, sulla cui qualità, contenuti e grafica è declinata ogni responsabilità. Gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post, i commenti ritenuti offensivi, di genere spam o non attinenti potranno essere cancellati; i commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze, non sono da attribuirsi agli autori, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima e comunque verranno cancellati. Decliniamo ogni responsabilità per gli eventuali errori ed inesattezze riportati nel blog e per gli eventuali danni da essi derivanti.