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giovedì 20 novembre 2008

Diventa anche tu un Ricercatore.............Se ci riesci!!!


Nino Luca sul web del “Corriere della Sera”, sta scrivendo articoli e raccogliendo mail di giovani laureati che cercano di entrare come ricercatori o come docenti all’università, e spiegano come i concorsi siano truccati, decisi. Molte lettere sono formulate come fossero una scommessa: volete vedere che nel concorso della Facoltà di Lettere, della città di… vincerà, sui 20 partecipanti, il dott… etc. etc.? Molti, protetti dall’anonimato, per “evitare ritorsioni”, scrivono già cosa potrà accadere nei vari concorsi sparsi per l’Italia. E naturalmente c’è ormai un’onda, magari più piccola, di indignazione generale, con la richiesta, davvero bizzarra, di far esaminare i candidati da commissioni straniere.

Che i concorsi universitari non premino il merito dei candidati ma quasi esclusivamente gli equilibri di potere tra atenei e docenti è una cosa assolutamente nota. Che tutto questo abbia portato negli anni a una qualità universitaria non adeguata agli standard europei è un dato di fatto. E che questo porti a un impoverimento nella ricerca, è cosa ormai sotto gli occhi di tutti.

Ma in verità, il vizio dei concorsi truccati dell’università non è che un piccolissimo tassello di un paese che sembra quasi irridemibile. Dove tutto è dilettantesco, vecchio, stanco, e neppure troppo onesto. Dove le classi dirigenti (tutte) sono selezionate per cooptazione, e sono inadeguate completamente, dove la classe politica (tutta) è troppo vecchia. Dove gli stessi giovani hanno gettato la spugna, smettono di prepararsi veramente, e provano a cercare lavoro e posizione attraverso l’intrigo, l’ambiguità, ed ereditano da subito vizi e vezzi della classe dirigente.

Alla fine i più bravi vanno via (e sono quasi sempre i più ricchi, quelli che se lo possono permettere) mentre tutti gli altri imparano a nuotare sulle sabbie mobili, e perfezionano quel modo melmoso e sfuggente che è dei loro padri e dei modelli politici e imprenditoriali di riferimento. La tragedia non è che il nostro “non è un paese per giovani”: la tragedia è che l’Italia è diventato un paese dove i giovani si comportano come i vecchi, e senza avere neppure avere la preparazione dei loro padri e dei loro nonni. Quei vecchi potenti che da noi non sono saggi e generosi, ma avidi e con un’ansia ormai patologica di conservare e di rimanere nei posti di potere.

Fonte (L' Unità 20/11/08)

domenica 16 novembre 2008

Le proposte dell' Onda alla Sapienza su didattica, welfare e formazione

Le proposte dell' Onda alla Sapienza su didattica, welfare e formazione

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Sapienza, studenti da tutta Italia per riformare l'università dal basso


Migliaia di delegati da tutti gli atenei in assemblea plenaria
Una piattaforma su diritto allo studio, welfare, didattica e ricerca.


Una bozza di autoriforma dal basso per iniziare il dibattito verso la costruzione dell'"Altra università", quella scritta dai protagonisti. Questa mattina a La Sapienza, sul prato alle spalle del rettorato, oltre duemila delegati arrivati da tutti gli atenei italiani, si sono riuniti in assemblea plenaria. Approvate con una standing ovation le basi della piattaforma programmatica su diritto allo studio, welfare, didattica e ricerca.

All'ordine del giorno anche proposte e date per le future mobilitazioni dell'Onda, prima fra tutte la giornata del 28 novembre nella quale saranno chiamate a raccolta tutte le città italiane, per cortei e iniziative contro i decreti Gelmini su scuola e università. E ancora, prima dell'appuntamento nazionale del 12 dicembre, in occasione dello sciopero generale della Cgil, gli studenti pensano ad un'intera settimana di mobilitazione per rivendicare la gratuità di mense, trasporti e cultura.

Dopo i workshop di ieri, con circa 200 interventi, nel secondo giorno di assemblea gli studenti hanno fatto il punto sulle proposte emerse fino ad ora. Sul fronte della didattica l'Onda ha bocciato la formula del 3+2 e del sistema dei crediti, proponendo un conseguente accorpamento degli esami. E ancora un'equa retribuzione di stage e tirocini, l'abolizione del numero chiuso e della frequenza obbligatoria, nonché una revisione totale dei piani di studio.

Gli studenti hanno anche stabilito con fermezza il principio dell'indipendenza e dell'autonomia della ricerca "che non deve essere subordinata a logiche di mercato" si legge nel report, e che non può "non essere disgiunta dalla realizzazione di un nuovo concetto di valutazione". Al centro del dibattito la questione del reddito con il conseguente riconoscimento di stipendi per ricercatori precari e dottorandi.

Tra le proposte relative al sistema del dottorato di ricerca anche la soppressione dei titoli "senza borsa", l'istituzione di uno statuto nazionale ed una volta concluso il ciclo di ricerca, un contratto unico di lavoro subordinato della durata non inferiore ai 2 anni. Nella lista dei "no" anche quello relativo alle tasse d'iscrizione e al blocco del turn over, mentre in quella delle proposte, la richiesta di un censimento nazionale sul lavoro precario nelle università, la convocazione di una riunione europea del movimento ed un dibattito sulla questione di genere all'interno del mondo universitario.

Inoltre è stata chiesta: l'abolizione di tutti i contratti atipici, garanzie di stabilità di reddito tra un contratto e l'altro, finanziamenti diretti ai gruppi di ricerca senza passare per i docenti. Proposta anche l'abolizione delle due fasce di docenza attuale (associati e ordinari) e la creazione di una fascia unica per mettere un freno ai "concorsi pilotati".

Sul fronte del diritto allo studio, è stata invece annunciata una "campagna di azione" per l'accesso gratuito a cinema, musei e trasporti e sono stati proposti "scioperi bianchi" dei precari contro "il lavoro nero nelle università, svolto da stagisti, tirocinanti e dottorandi".

"Da questa assemblea è uscita una piattaforma condivisa, dimostrando che abbiamo anche idee e non sappiamo dire solo dei no - ha commentato Giorgio Sestili, studente di Fisica - adesso ci auguriamo anche che i docenti valutino le nostre proposte".

Durante i lavori ha preso la parola anche una rappresentante di "Non rubateci il futuro", il coordinamento genitori-insegnanti di Roma e Provincia. Paola Di Meo della scuola elementare romana, Iqbal Masih ha annunciato una nuova manifestazione romana indetta per la mattina del 29 novembre: "Ci sarà tutto l'universo della scuola pubblica - ha spiegato l'insegnante - materne, elementari e medie. Saremo in piazza per ribadire le nostre proposte e con noi porteremo ancora una volta i bambini".

Al termine dell'assemblea plenaria, si è svolta nell'aula 11 di Geologia, occupata, un incontro-dibattito tra gli studenti e un gruppo di insegnanti delle scuole elementari, medie e superiori sul decreto Gelmini.

Fonte (La Repubblica 16/11/08)

sabato 15 novembre 2008

Hotel Sapienza

VIDEO:Notte nell'università occupata della Sapienza, dai ragazzi di tutta Italia!

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Gelmini: "Orgogliosa del decreto Spero si torni al dialogo"


Il ministro Gelmini difende la sua riforma scolastica, di cui si dice orgogliosa, ma lancia un appello all'opposizione perché riprenda il dialogo. "Sono orgogliosa del decreto che abbiamo approvato nel penultimo consiglio dei ministri. E' un decreto molto scarno, consta di solo tre articoli, ma vuole essere un primo passo verso il cambiamento", dice il ministro dell'Istruzione nel corso del convegno nazionale del Pdl a Montecatini.

"In quel decreto - sottolinea - abbiamo voluto mettere al centro del sistema universitario lo studente e le loro famiglie". E, aggiunge il ministro, pur in presenza "di una finanziaria in cui il nostro obiettivo non è quello di mettere le mani nelle tasche degli italiani, quindi di non aumentare la tassazione, ma di spendere al meglio il denaro pubblico, abbiamo trovato risorse per le borse di studio". Questo governo, sottolinea "per la prima volta è in grado di concedere 180 mila borse di studio a tutti i ragazzi capaci e meritevoli". Inoltre, continua il ministro, "è giusto sostenere le residenze universitarie".

Fra gli obiettivi della riforma c'è quello di cancellare "l'ideologia dell'egualitarismo": "Vogliamo cancellare dalla scuola e dall'università l'ideologia dell'egualitarismo, del 18 o del 6 politico a tutti, e lo vogliamo fare perché abbiamo fiducia nelle persone". E' questo, secondo il ministro, che "ha reso la nostra classe insegnante tra le meno pagate d'Europa, e la nostra società tra le meno eguali d'Europa. Non è vero che ci sono pari opportunità".

All'opposizione Maria Stella Gelmini si appella perché possa tornare il dialogo: "Il disagio degli studenti non va strumentalizzato. Ho stima del ministro ombra Mariapia Garavaglia. Mi auguro che l'opposizione abbia il coraggio di avanzare proposte utili per migliorare la scuola" dice il ministro. "Qualche segnale positivo per riprendere il dialogo c'è con qualche sindacato più ragionevole e moderato. Spero - aggiunge Gelmini - che si possa riprendere il filo del discorso e che possa condurre governo e Parlamento a dare risposte precise. Mi auguro che in Parlamento si possa dialogare con l'opposizione".

Fonte (La Repubblica 16/11/08)

venerdì 14 novembre 2008

L'assedio dell'Onda a Montecitorio gli universitari invadono di Roma


Grande manifestazione degli studenti, in piazza contro la riforma
"Siamo in 200mila". Sit in pacifico davanti alla Camera


Domani e dopodomani assemblea nazionale per stilare le proposte di "contro-riforma"
Berlusconi: "Partecipazione certamente al di sotto delle attese"


FOTO DELLA GIORNATA CLICCA QUI
FOTO SIT-IN A MONTECITORIO CLICCA QUI
ROMA - Obiettivi raggiunti. Un corteo massiccio e pacifico, una protesta convinta e colorata, l'assedio di Montecitorio, del Senato, niente provocazioni né frizioni. "L'onda non si arresta, il potere non si acquista" hanno scandito ancora una volta le migliaia di universitari che hanno manifestato a Roma contro la riforma. Duecentomila, forse di più per gli organizzatori, trentamila secondo la Questura. Ma Berlusconi, da Washington, commenta: "Una manifestazione certamente molto inferiore alle aspettative". Confermando che quei ragazzi sono un nervo scoperto per il governo che probabilmente non si aspettava una reazione così compatta e matura ai suoi provvedimenti.

Il fatto è che da ieri sera e per tutta la mattinata la Stazione Termini sfornava ragazzi anche quando la testa del corteo era già via da un po'. Due cortei degli atenei, che sono diventati uno solo, e da un'altra parte quello di Cgil e Uil. Una marea colorata che si è ingrossata sempre di più.

Poco dopo le nove erano migliaia in piazza dei Cinquecento. Il corteo c'è ma non si muove finché non arriva la Sapienza. Ci sono i precari della ricerca con gli striscioni, "RICERCAti in Europa, senza futuro in Italia" scrive l'Istituto nazionale di Fisica nucleare, con il sito web che si chiama buconero.eu. C'è "Geologia in lotta" che protesta "contro la fossilizzazione della cultura". Arrivano "Pisa per il sapere" e le superiori che hanno aderito alla manifestazione, "Contro Gelmini, fascisti e privatizzazione / studenti medi in mobilitazione".

L'attesa è lunga, un camioncino diffonde musica, sul muso c'è scritto "Alitalia Servizi Airport", come sia finito lì è un mistero. I ragazzi cantano, ballano, gridano slogan, poi da piazza Indipendenza avanza un muro umano, ecco la Sapienza che prende la testa del corteo e ci si incammina. Su via Cavour l'onda appare davvero, è un telone azzurro di quelli dei lavori in corso, lo fanno ondeggiare sopra alle loro teste. Il corteo di Roma Tre parte dalla Piramide, arriva al Colosseo e aspetta diligente l'arrivo degli altri, "quando passa lo spezzone della Sapienza - dice uno al megafono - noi ci inseriamo dietro". Non ci si ammucchia e non ci si sperde, la struttura del corteo è solida e così deve restare.

Questo è l'aspetto che più colpisce, oggi. Il più nuovo. Un'organizzazione senza sbavature. C'è anche il servizio d'ordine, lo stampo è vecchio e sempre efficace, i cordoni che ci si prende sottobraccio e di qui non si passa, il percorso è uno e compatti bisogna andare. Lo fanno a piazza Venezia, dove la Guardia di finanza è schierata sul monumento al Milite ignoto e la polizia è distante, fra via del Corso e via del Plebiscito, la piazza è libera ma nessuno si stacca. Un cambio di passo. Il Movimento è diventato adulto. Si staccano, invece, a largo Argentina, perché va bene marciare composti ma quello che interessa è là dietro, bisogna farsi vedere. Il fiume si ramifica al grido di "occupiamo la città", si spandono nelle stradine che portano alla Camera, la polizia ha blindato ogni accesso ma loro si allargano come l'acqua che si rovescia dal secchio. E si ricompattano davanti a Montecitorio.

Il sit in andrà avanti fino al primo pomeriggio, fra slogan e fumogeni colorati, non solo alla Camera, anche intorno al Senato. Le maglie della protesta si allargano, non c'è solo la Gelmini, "Berlusca stiamo arrivando", "Siete tutti pregiudicati" gridano verso la facciata di Montecitorio, e giù fischi per le facce note che passano di lì, prima Ronchi, poi Casini che si allontana a passo svelto, Paolo Cento invece si ferma e si diverte un sacco.

L'onda si muove di nuovo. Il servizio d'ordine rifà il cordone, sciamano verso La Sapienza, in quindici fanno muro davanti agli agenti in assetto antisommossa, a un certo punto ecco l'intoppo e quelli dietro che gridano "a-van-ti, a-van-ti". La polizia li guarda, un po' si confonde perché dietro alle transenne, fra i reparti, ci sono due infiltrati ma camuffati così bene che nemmeno loro li riconoscono, un funzionario dice allarmato "che fanno quei due, che prendono da quello zaino? Ma che, sono dei nostri?" e un altro gli fa cenno che sì, sono dei nostri, giovani, magretti, i jeans calati, proprio come sono quelli che sfilano al di là, com'era Carlo Giuliani, che i ragazzi evocano sfilando davanti ai caschi blu, "Vergogna" gridano, a meno di 24 ore dalla sentenza sulla Diaz, "Carlo è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai".

Se ne vanno fra i turisti che non sanno cosa accade, "manifestescion" dice un celerino a un'americano. Invadono la piazza del Pantheon e corso Vittorio, mangiano seduti in terra a piazza Navona, vicino c'è uno striscione con scritto "Gelmini, facce du' panini". Li aspetta la Sapienza, dove in tanti venuti da fuori si fermeranno anche a dormire. E a lavorare: domani e dopodomani assemblea nazionale perché "non accettiamo i tagli e le privatizzazioni di Tremonti" e "il decreto del 6 novembre è un provvedimento di facciata", spiega l'Unione degli universitari. E' tempo di controriforma. Quello che gli studenti difendono non è lo status quo ma l'esistenza stessa del sistema di formazione pubblico. Proposta, non solo protesta invoca chi l'Onda la vede come fumo negli occhi. E loro ancora una volta capovolgono gli schemi: dalla Sapienza uscirà la proposta.

Fonte (La Repubblica 14 novembre 2008)

Università, il ritorno dell'Onda Studenti a Roma da tutta Italia

Diretta - CRONACA (La Repubblica 14/11/08)

Treni speciali da tante città nella capitale. Tre i cortei per protestare contro il progetto del ministro Gelmini


11:07 Gli studenti: "Vogliamo andare a Montecitorio"

"L'accordo con la questura per il corteo è fino a piazza Navona, ma noi vogliamo arrivare sotto Montecitorio". A ribadire la volontà di arrivare sotto i palazzi del potere è Giorgio Sestili, del collettivo di fisica, uno dei leader della protesta universitaria.

11:01 La Sapienza, in migliaia al corteo

Secondo una prima stima fatta dagli organizzatori sono tra i 20 e i 30 mila gli studenti universitari partiti in corteo dall'università La Sapienza. In testa tre file di studenti marciano in cordone coprendosi con cartelloni di gommapiuma, dove sono scritti titoli di libri e opere storiche.


10:57 Palermo, corteo anti-Gelmini

Gli studenti universitari sono tornati a protestare contro la riforma Gelmini questa mattina anche a Palermo, dove alcune centinaia di giovani hanno attraversato il centro della città con un corteo.

10:53 Da Napoli tremila studenti

Secondo gli organizzatori saranno oltre 3mila i ragazzi partenopei che prenderanno parte alla manifestazione di Roma.

10:51 Pantaleo,Cgil: "Non capisco l'assenza della Cisl"

"Sono addolorato che oggi la Cisl non sia con noi, questo non è un fatto neutrale". Lo afferma il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo - Sulla scuola abbiamo fatto una manifestazione unitaria, perciò non comprendo le ragioni dell'assenza della Cisl".

10:45 Studenti Roma 3, "andiamo a Montecitorio"

Sono diretti a Montecitorio anche senza autorizzazione della Questura gli studenti dell'Università 'Roma 3' che manifestano oggi in piazza contro la riforma Gelmini.

10:41 Uds: "Sarà una manifestazione enorme"

"Sarà una delle più grandi giornate di mobilitazione degli ultimi anni, a dimostrazione che l'Onda ha travolto questo Paese". Così il coordinatore nazionale dell'Uds (Unione degli Studenti), Roberto Iovino, ha definito il corteo degli studenti medi che a breve partirà da piazza dei Cinquecento per poi unirsi agli altri cortei previsti a Roma.

10:39 Milano, corteo all'università

Un corteo di circa 200 persone, tra studenti e lavoratori della Cgil dell'università, oggi in sciopero, e' partito da via Festa del Perdono per raggiungere piazza Duomo per la manifestazione contro i provvedimenti del governo. Dopo due giri del chiostro i manifestanti hanno sfilato nei corridoi dell'ateneo con megafoni e fischietti. "Abbiamo organizzato questo corteo per chi non e' riuscito ad andare a Roma", dicono.

10:34 Partito corteo dalla Sapienza

Migliaia di studenti, arrivati a Roma con treni e autobus privati da tutta Italia, si sono messi in marcia, dalla Sapienza, per il corteo nazionale delle università, dopo aver invaso la città universitaria.

10:32 Piazza Repubblica, studemti a piazza della Repubblica

Sono circa un migliaio gli studenti medi concentrati tra Piazza della Repubblica e Piazza dei Cinquecento. Aspettano che si avvii il corteo diretto a Piazza Navona ballando ed esponendo striscioni colorati.

10:07 Studenti alla Piramide

"L'onda sale, Roma trema": da piazzale Ostiense il corteo di studenti universitari di "Roma3" si prepara alla marcia contro la legge 133 ed i tagli al sapere pubblico che si concluderà a piazza Navona. Di fronte alla stazione di Piramide, a piazzale Ostiense, qualche centinaia di studenti. Un raduno che è iniziato alle 9 della mattina in una piazza ancora deserta e non presidiata dalle forze dell'ordine.

10:05 Piazza gremite dagli studenti

E' già gremito di studenti piazzale Aldo Moro a Roma, da dove partirà il corteo degli universitari che si ritroveranno a piazza Navona. In molti hanno trascorso la notte nelle facoltà occupate della Sapienza, dormendo nei sacchi a pelo. Si sta riempiendo anche piazza della Repubblica, da dove partirà il secondo corteo, quello degli studenti medi. A piazzale della Bocca della Verità, invece, raduno dei manifestanti aderenti ai sindacati. Intanto, da tutta Italia, sono già arrivati numerosi treni di studenti. (ANSA).

09:49 Primi striscioni in piazza

Piazza della Repubblica inizia a riempirsi di striscioni e slogan di protesta: "Rilanciamo la scuola, tagliamo la Gelmini", "Non faremo mai economia del nostro sapere. Firmato Torino", "Facoltà di dissentire. Scienze internazionali e diplomatiche"

09:35 Gli organizzatori: "Saremo 100mila"

Gli organizzatori promettono di essere oltre 100mila, ostenuti anche dai sindacati confederali Cgil e Uil e dagli studenti delle medie superiori.

08:17 Il percorso dei cortei

Il corteo dei sindacati parte da Bocca della verità e si dirige verso piazza Navona. Gli studenti partono invece da due punti diversi, piazzale dei Partigiani e piazzale Aldo Moro, e vanno verso piazza Venezia e Montecitorio. Per poi convergere anche loro a piazza Navona




08:14 Da Napoli un migliaio di partecipanti

Sono un migliaio gli studenti che da Napoli stanno raggiungendo Roma a bordo di un treno speciale messo a disposizione da Trenitalia.

08:13 Oltre 500 studenti da Firenze a Roma

Oltre 500 ragazzi, universitari e studenti medi, sono partiti stamani dalla stazione Santa Maria Novella di Firenze per raggiungere Roma e prendere parte alla manifestazione contro i tagli a scuola e università della riforma Gelmini.

08:12 Il ministro a "Repubblica": "Non cedo"

"La scuola in Italia è come un motore rotto. E' inutile aggiungere benzina, cioè soldi, se il motore è guasto". Lo afferma il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini in un'intervista a "Repubblica". Quanto all'università e all'Onda che oggi torna in piazza a Roma, dice: "a questi ragazzi dico che capisco il loro disagio e che la loro preoccupazione è anche la mia. Io sto dalla loro parte anch'io sono stata studente e ho avuto preoccupazione per il futuro". Insomma, nessun cedimento.

08:10 Treni in arrivo nella capitale da tutta Italia

Tre cortei attraverseranno oggi la capitale, per le manifestazioni di protesta contro i progetti del ministro Mariastella Gelmini per l'Università. Treni stanno arrivando a Roma da tante città italiane.

(La Repubblica 14/11/08)

Treni speciali e pullman in arrivo a Roma per la manifestazione sulla scuola

Oltre 500 ragazzi, universitari e studenti medi, sono partiti stamani alle 6,45 dalla stazione Santa Maria Novella di Firenze per raggiungere Roma e prendere parte alla manifestazione contro i tagli a scuola e università della riforma Gelmini. 400 sono invece in viaggio da Milano, dopo che ieri c’è stato un intero pomeriggio di trattative – con qualche momento di tensione - con Trenitalia per un convoglio speciale a prezzo scontato, a notte sono finalmente partiti: l’intero convoglio costa 18mila euro, ma il prezzo viene suddiviso tra gli studenti, la Cgil e il Prc.
Sono in arrivo a Roma anche 10 pullman della Cgil in partenza dalla Calabria, 50 dalla Toscana, 1500 fra studenti e docenti delle università e delle accademie delle Marche; una delegazione di 200 persone dalla Sicilia e molti gruppi. Sono solo le prime notizie sugli arrivi: gli appuntamenti per i due concentramenti previsti, sono Piazza della Repubblica, dove la partenza del primo corteo era prevista la partenza alle 8, e piazza Bocca della Verità dove il secondo corteo si deve avviare alle 9.
Manifestazioni sono comunque previste anche in molte altre città: da Palermo a Ragusa, Caltanissetta, Trani, Barletta, Foggia, Perugia, Teramo, Prato, Siena, Treviso, Venezia, Padova, Napoli, Torino, Cuneo, Bergamo.

Fonte (L'Unità 14/11/08)

sabato 8 novembre 2008

ATENEI: ANCORA PROTESTE, SCONTRI CON POLIZIA A ROMA

Manifestazione Contro legge 133 a Napoli
Scontri tra polizia e manifestanti a Roma 07/11/08 contro L. 133


ROMA - Ancora proteste e cortei in molte citta' italiane contro le politiche del governo sull'Universita'. Incidenti si sono verificati a Roma alla stazione Ostiense tra le forze dell'ordine e i manifestanti. Un ferito e una decina di contusi. E' il bilancio degli scontri avvenuti nel pomeriggio tra forze dell'ordine e studenti, durante il corteo a Roma, dopo il tentativo dei manifestanti di entrare nella stazione Ostiense per bloccare i binari. Secondo quanto hanno riferito gli studenti, il giovane ferito è un universitario di 25 anni, della facoltà di Scienze Politiche de La Sapienza di Roma, a cui sarebbero stati applicati diversi punti di sutura alla testa, a causa dei colpi ricevuti.

Tra i contusi, invece, un dirigente della polizia e la giornalista di Repubblica, Laura Mari. "Ero con i miei colleghi all'entrata della Stazione Ostiense, tra i tornelli e i cancelli, quando i poliziotti hanno cominciato a caricare gli studenti - ha raccontato la giornalista - che cercavano di entrare nella stazione, e anch'io ho preso delle manganellate alla testa e al gomito. Sono stata caricata nonostante abbia urlato che ero giornalista. Eravamo come in gabbia, dietro quei cancelli, per fortuna poi sono riuscita a uscire coprendomi la testa". Secondo la giornalista, i carabinieri avrebbero fatto irruzione anche in un bar laterale nei pressi della stazione, "dove c'erano ancora studenti che sono poi scappati".

La polizia sostiene di non aver "effettuato nessuna carica contro gli studenti". E' quanto viene riferito dalla questura di Roma a proposito degli scontri tra le forze dell'ordine e i manifestanti. La questura, inoltre, ha sottolineato che "verso la fine della manifestazione un migliaio di studenti, invece, di dirigersi verso l'università come pattuito con i dirigenti dell'ordine pubblico, ha tentato di bloccare la circolazione ferroviaria alla stazione Ostiense. Le forze dell'ordine - hanno aggiunto dalla questura - hanno schierato un contingente, in numero ridotto rispetto ai manifestanti, davanti all'ingresso della stazione". Da quel momento, precisa la questura, 'i manifestanti hanno lanciato bottiglie ed altri oggetti verso gli agenti che hanno respinto il corteo. Numerosi sono stati gli agenti feriti''.

"Ci hanno caricato due volte, hanno caricato chi aveva tentato di occupare i binari della Stazione Ostiense correndo verso i cancelli", ribadiscono invece gli studenti.

Il traffico a Roma e' stato paralizzato da tre cortei ormai diventati un'unica manifestazione. Tra gli striscioni, le scritte 'Noi la crisi non la paghiamo' e 'Questa e' l'onda che non si cavalcà. Diversi cori sono stati indirizzati dai manifestanti al premier Silvio Berlusconi, al ministro Gelmini, a Tremonti e contro le banche. E contro le banche sono state anche fatte 'iniziative' di protesta. Decine di lanci di uova marce contro la banca Carim a via Cavour sono state lanciate dagli studenti durante il corteo. Dopo avere attaccato slip di carta e slogan sulle vetrine della banca, alcuni studenti hanno gridato slogan contro le banche come "Non vogliamo dare soldi pubblici alle banche, vergognatevi", poi è cominciato il lancio di uova. Subito dopo il direttore della banca è uscito per togliere gli striscioni e pulire la facciata commentando: "Sono incivili, io lavoro come gli altri. Se lo Stato prende le decisioni io le rispetto".

In corteo nella capitale anche una foto di Papa Ratzinger con i baffetti alla Hitler e una croce uncinata al posto del crocefisso: l'immagine del pontefice ritoccata col pennarello nero posta sul parabrezza di un furgone che apre uno dei tanti spezzoni della manifestazione.

MILANO:"Siamo 60 mila", lo ha affermato dal palco di piazza Duomo, dove si sta concludendo la manifestazione milanese, il segretario regionale lombardo della Cgil funzione pubblica Vincenzo Moriello. In piazza Duomo è giunto anche un piccolo spezzone del corteo degli studenti universitari, che protestavano in città.

TORINO: tensione a Chivasso, al termine di un corteo studentesco di protesta: una cinquantina di ragazzi ha cercato di entrare in un liceo dove si stava facendo lezione, dopo l'intervento dei carabinieri la situazione è tornata calma.

NAPOLI - Corteo degli studenti medi e universitari campani che protestano contro i decreti Gelmini. Sono migliaia i manifestanti, forti disagi per gli automobilisti. Alla testa del corteo uno striscione con la scritta: "Se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città". Diversi gruppi stanno affiggendo all'ingresso della sede dell'agenzia di lavoro interinale Adecco e della sede regionale della Corte dei conti in via Marina dei manifesti con sopra scritto: "Attenzione, generatore di crisi". I manifestanti hanno transennato simbolicamente l'accesso ai due edifici con nastri bianchi e rossi, affissi anche all'ingresso dell'università Federico II. Nel corteo ci sono dei trampolieri che riproducono l'allegoria di "Alice nel paese delle meraviglie" con riferimento ironico alla situazione finanziaria.

PISA - E' durata circa un'ora e mezzo l'occupazione di cinque binari della stazione di Pisa da parte di 300 studenti, universitari e medi, nell'ambito della mobilitazione contro i tagli all'Università. La protesta, iniziata alle 10,45, si è conclusa intorno alle 12.15. Nel corso della manifestazione disagi al traffico ferroviario, con ritardi vari, ma nessun problema di ordine pubblico. I fumogeni sono stati accesi, è stato precisato, all'esterno della stazione. Alla stazione erano presenti polizia e carabinieri. L'occupazione alla stazione era stata fatta anche per ottenere un colloquio con responsabili delle Ferrovie al fine dell'organizzazione per la trasferta a Roma in occasione della manifestazione del 14 novembre nella capitale. Secondo quanto emerso, dopo anche una mediazione della polizia, un incontro sarebbe stato fissato per i prossimi giorni per discutere della questione.

MACERATA - Prosegue la mobilitazione contro la legge 133. A Macerata studenti delle superiori e dell'Assemblea permanente No133, hanno dato vita a un corteo che da Piazza Pizzarello si é snodato per le vie del centro. Duemila, secondo fonti studentesche, i partecipanti; un'assemblea in strada ha creato disagi alla viabilità rallentando il traffico per circa un'ora. Domani manifestazioni - in vista di quella nazionale del 14 novembre a Roma - sono previste a Pesaro e a Senigallia. Ad Ancona, lezione all'aperto questo pomeriggio, a Piazza Roma, con un seminario sulla "Riforma bonsai".

CAGLIARI - Un corteo di 5000 studenti universitari e delle Medie superiori per le vie di Cagliari. La manifestazione aperta da studenti che, ispirandosi alla canzone dei Pink Floyd The wall, indossano maschere bianche e recano uno striscione con la scritta ironica (in inglese) "Non ci serve l'istruzione".

COSENZA, CATANZARO E REGGIO - Manifestazioni di protesta degli studenti universitari e delle scuole medie superiori sono in corso a Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria. A Cosenza il corteo degli studenti è aperto da uno striscione con la scritta "Noi la crisi non la paghiamo". A Cosenza sono giunte anche delegazioni di studenti universitari di Messina, Potenza e Reggio Calabria. "Stiamo partecipando molti docenti dell'ateneo - ha detto il preside della facoltà di Lettere dell'Unical, Raffaele Perrelli - Lo scopo principale è quello di arginare la politica del governo sia in tema di tagli che di trasformazioni delle fondazioni. E' importante la nostra presenza accanto agli studenti". A Catanzaro gli studenti dell'Università Magna Grecia e delegazioni delle scuole medie superiori stanno partecipando ad un corteo che sfilerà per le vie principali del capoluogo calabrese. A Reggio Calabria, a causa della pioggia delle scorse ore, gli studenti hanno deciso di trasformare il corteo in un Sit-In in corso nei pressi del lungomare.

PALERMO - Una ventina di studenti del comitato "No Gelmini", che hanno dato vita ad un corteo partito dalla cittadella universitaria, sono riusciti a entrare all'interno dell'atrio del rettorato di Palazzo Steri a Palermo. Una occupazione simbolica, seguita da un centinaio di manifestanti rimasti all'esterno del cancello. I promotori dell'iniziativa sono gli stessi che ieri avevano fatto irruzione a un convegno a Palazzo dei Normanni, con la partecipazione di alcuni rettori italiani, esponendo uno striscione contro la legge 133. Uno studente aveva anche ottenuto di prendere la parola per illustrare i motivi della protesta.

Fonte (Ansa 08/11/08)

venerdì 7 novembre 2008

Scuola, migliaia di studenti ai cortei....La Gelmini non ferma l'Onda!


ROMA - In tutta Italia non si arresta la mobilitazione contro la riforma della scuola. Nonostante le timide aperture del ministro Gelmini, gli studenti vanno avanti. A Roma il corteo degli universitari è confluito in quello degli studenti medi che aspettavano proprio nei pressi della Stazione Termini. Tutti insieme, percorrendo via Cavour, stanno andando verso piazza Venezia. Proprio in piazza Esedra sono arrivati - più o meno consapevoli che la manifestazione era di sinistra - quattro giovanissimi ragazzi (tre maschi e una femmina) con svastiche e croci celtiche. Immediata la reazione dei manifestanti che li hanno fatti uscire dalla manifestazione. Gli slogan sono quelli di sempre: no alla legge 133, alla privatizzazione dell'Università, ai tagli della finanziaria, alla riforma promossa dal Governo. Uno striscione apre il corteo degli universitari: "Noi la crisi non la paghiamo". 
Milano. "Siamo oltre 60mila" afferma dal palco allestito in piazza del Duomo Vincenzo Moriello, segretario funzione pubblica della Cgil lombardia, parlando alla grande folla di lavoratori riunitisi in piazza e che sono stati raggiunti, poco prima di mezzogiorno, dagli studenti. In testa al corteo uno striscione dedicato ai quattro studenti dell'Agnesi denunciati a inizio settimana per aver tentato di occupare il liceo: "Io non ho paura. Le denunce non fermano l'onda". Gli studenti medi sono confluiti in piazza al termine di un corteo per le vie del centro che ha visto la partecipazione di circa 400 ragazzi, mentre una cinquantina di universitari sono arrivati dopo un presidio presso le segreterie delle facoltà in via Santa Sofia. 
Napoli. Corteo di studenti delle scuole medie superiori e degli universitari a Napoli contro la riforma Gelmini. Gli studenti, partiti da piazza Mancini, stanno sfilando per le vie della città. Il corteo terminerà a piazza del Plebiscito per stazionare fuori alla Prefettura. 
Pisa. Alcuni binari della stazione di Pisa sono stati occupati da partecipanti alla manifestazione in corso stamani nella città contro la legge 133, a cui stanno prendendo parte sia studenti universitari che medi. Sono stati accesi anche fumogeni. Alla stazione sono presenti le forze dell'ordine.La manifestazione era partita intorno alle 9 da piazza XX Settembre, sotto il Comune. Tra i 200 e i 300 i partecipanti. 
Cagliari. Un corteo di 5000 studenti universitari e delle Medie superiori sta attraversando le vie di Cagliari per protestare contro la legge 133 sulla riforma della scuola e dell'università. La manifestazione, che si concluderà in piazza San Cosimo, è aperta da studenti che, ispirandosi alla canzone The wall, indossano maschere bianche e recano uno striscione con la scritta ironica "non ci serve l'istruzione". 
Torino. Una bara di cartone nera con la fascia tricolore e la scritta 'Studenti e dipendenti affranti' con davanti due lumini con i santini del premier Silvio Berlusconi e del ministro Giulio Tremonti e l'annuncio mortuario che recita 'Si e' spenta in data 6 agosto 2008 l'università causa legge 133. Ne danno il triste annuncio gli studenti tutti e i dipendentì. E' l'immagine che caratterizza la contro inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico di Torino che si sta svolgendo nel piazzale davanti all'ateneo dove è in corso la cerimonia ufficiale che apre il nuovo anno della facoltà. A Chivasso, al termine di un corteo studentesco di protesta: una cinquantina di ragazzi ha cercato di entrare in un liceo dove si stava facendo regolarmente lezione, solo dopo l'intervento dei carabinieri la situazione è tornata calma. 

Fonte (La Repubblica 07/11/08)

mercoledì 5 novembre 2008

Continuano le proteste

Le manifestazioni di protesta contro il decreto Gelmini non si fermano. Un migliaio di studenti sono scesi in strada stamani a Palermo. Apriva il corteo lo striscione con la scritta: "Un urlo alla Gelmini, no alla repressione, più fondi all'istruzione". Corteo di protesta anche a Catanzaro, dove più di 500 studenti delle medie superiori hanno percorso le vie del centro scandendo slogan contro il ministro dell'Istruzione. Anche gli studenti del nautico di Bagnoli bocciano il provvedimento Gelmini: questa mattina hanno occupato per un'ora un binario della stazione di Napoli Campi Flegrei. 
"Cinque in condotta per chi occupa". A Roma, la preside del liceo classico Albertelli annuncia che domani si riunirà il consiglio d'istituto per decidere le punizioni da assegnare agli studenti che hanno occupato l'istituto. Se la scelta ricadrà sul 5 in condotta, sarà bocciatura certa per gli studenti: così vuola la neolegge Gelmini.
fonte(La Repubblica 05/11/08)

Napolitano: Atenei, farò il possibile...Il premier: "C'è disinformazione"

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano tende la mano ai ricercatori che protestano contro la Gelmini: "Per voi, farò tutto ciò che mi è lecito fare. Ce la metterò tutta", dice il capo dello Stato incontrando a Padova un gruppo di ricercatori che protestano per i tagli all'università. Ma dalla fiera del motociclo a Rho, il presidente del Consiglio lancia un'accusa: "Disinformazione sulla riforma. Non ci sarà alcun taglio eccessivo sull'università. Anzi: faremo la lotta ai baronati e agli sprechi". 
Sul tema della ricerca, Napolitano ha invitato alla "ragionevolezza": "Spero che il problema sia affrontato con un po' di ragionevolezza. Mi sembra che ci sia uno spiraglio. Io ho sempre auspicato il confronto piuttosto che dover affrontare fatti compiuti". Parlando agli studenti del liceo Tito Livio di Padova, dove fece la maturità classica, Napolitano ha espresso comprensione per le contestazioni, ma ha posto una condizione: le proteste vanno bene, ma "in modo costruttivo, nel rispetto della democrazia" e non per conservare quello che c'è di sbagliato.
Sulle contestazioni è intervenuto anche il presidente del Consiglio per denunciare "una disinformazione eccessiva e inaccettabile": "Il decreto Gelmini non modifica nulla delle cose per cui gli studenti manifestano". E sull'università, Silvio Berlusconi cerca di tranquillizzare: "Non ci saranno tagli eccessivi". E ancora: "Il governo vuole combattere le spese inutili, i privilegi, i baronati e i parentadi. Ci sono corsi inutili in cui c'è un solo studente. Noi al contrario vogliamo premiare l'efficienza e garantire il merito. Il nostro obiettivo è spendere meglio". 
 Berlusconi ha concluso con una precisazione sui finanziamenti alla scuola privata: "Non mi ero accorto che nella Finanziaria sono stati tolti 134 milioni alla scuola privata cattolica. Ammetto una mia colpa: cercheremo di non togliere i finanziamenti alla scuola cattolica: è una libertà per tutti". 

fonte(La Repubblica 05/11/08)

sabato 1 novembre 2008

IL REFERENDUM UNICO MEZZO

Il Referendum abrogativo è l'unico mezzo democratico che ci rimane per contrastare questa legge 133, anche se solo in parte perchè per esempio i punti dove si parla di programmazione finanziaria non sono abrogabili per legge, ma l'art 16 (facoltà-obbligo di trasformazione in fondazione delle università) della stessa legge per esempio può essere abrogato.
Per farvi un' idea di cos'è e come si crea un referendum vi spiego a grandi linee poteri e limiti di questo strumento di democraticità:
La Costituzione riserva l'iniziativa referendaria al popolo (500.000 elettori) e alle Regioni (5 Consigli regionali), questi possono proporre all'elettorato l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, dove per legge si deve intendere una legge in senso formale, approvata dal Parlamento secondo il procedimento ordinario, e per atto avente valore di legge decreto legge (approvato dal Governo in casi eccezionali di necessità e di urgenza e convertito entro 60 giorni dal Parlamento) e il decreto legislativo (adottato dal Governo su delega parlamentare). Il quorum indica il numero minimo di elettori che devono prendere parte alla tornata elettorale perché il referendum sia valido e perciò idoneo ad abrogare la disposizione oggetto del quesito: esso è fissato nel 50% più uno degli aventi diritto al voto.Non tutte le leggi possono essere oggetto di abrogazione tramite referendum: alcune materie sono sottratte dal secondo comma dello stesso art. 75 della Costituzione dall'azione dell'istituto. La disposizione costituzionale cita espressamente le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. In più non è possibile abrogare mediante referendum disposizioni costituzionali, gerarchicamente sovraordinate alla legge ordinaria e quindi abrogabili solo mediante il procedimento aggravato previsto dall'art. 138 Cost. La Corte Costituzionale, che deve pronunciarsi sulla legittimità costituzionale del referendum, ha esteso l'elenco ritenendo inammissibili referendum che non abbiano oggetto unitario o il cui esito positivo paralizzerebbe l'attività di un organo costituzionale, determinando un vuoto legislativo.
Altri metodi potrebbero essere l'iniziativa legislativa che permetterebbe di abrogare anche quei punti della finanziaria, di cui il referendum non è capace, ma dovrebbe essere votata dalla stessa maggioranza che ha creato la legge 133, cosa che fa pensare che di sicuro la legge non passerebbe.
Sintesi teorica dell' iniziativa legislativa:
L'iniziativa legislativa consiste nell'attribuzione a determinati soggetti del potere di presentare alcuni atti per la produzione normativa.
Nel nostro caso i soggetti autorizzati sarrebero il popolo, che secondo la costituzione esercita l'iniziativa legislativa mediante presentazione di un progetto di legge. questo progetto deve essere firmato da 50.000 elettori. Il procedimento è analogo a quello che avviene per il referendum.

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