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martedì 31 marzo 2009

Scuola, arrivano i tagli: 670 docenti in meno

Attendono la comunicazione scritta del ministero dell´Istruzione, ma in via Assarotti conoscono già il numero dei tagli agli insegnanti per il prossimo anno: «Lo abbiamo saputo informalmente - conferma Ambrogio Delfino, braccio destro del direttore scolastico regionale, Attilio Massara - siamo su una dotazione di organico che rispetto allo scorso anno si riduce di 670 unità, e tenuto contro dei flussi scolastici e dello slittamento al 2001 delle soppressioni di scuole decentrate, riusciamo a salvare il tempo pieno in tutte le cassi».

I 670 docenti in meno sarebbero così suddivisi: 170 alle elementari, 320 alle medie, 180 alle superiori. Se la matematica non fallisce, dagli organici calcolati negli uffici di via Assarotti (numero classi, quindi di ore, diviso per numero di docenti) rimarrebbero ore in più, da destinare al tempo pieno. Accontentando alle elementari il 65% di famiglie che hanno scelto il tempo pieno (600 classi in provincia di Genova) e il 35% di tempo prolungato; il 50% alle medie (235 classi).
Né lacrime, tantomeno sangue per i tagli ed i sacrifici annunciati da Mariastella Gelmini? Se la Direzione Scolastica Regionale e l´Ufficio Scolastico Provinciale (diretto da Sara Pagano) non esultano per questi numeri, ma nemmeno piangono, la cosa non sembra convincere i sindacati di categoria e il Cogede (Coordinamento Genitori Democratici) che ieri ha chiuso il congresso nazionale ad Albenga. Ottanta delegati, da tutta Italia per eleggere i loro rappresentanti, hanno puntato l´indice contro la Ministra.

«Se vogliamo valutare i numeri che giungono da Roma e conteggiati dalla Direzione Scolastica Regionale - precisa Matteo Viviano, presidente regionale del Cogede - occorre capire se si riferiscono alla richiesta di tempo pieno del prossimo anno scolastico oppure a quella dell´anno in corso». Stando a quanto dice Viviano, sono aumentate le famiglie che l´hanno chiesto dal prossimo settembre. «Inoltre - sottolinea l´ex preside - l´idea di tempo pieno del Ministro è di 22 ore con un solo maestro e le altre 18 coperte da diversi insegnanti, che si alternano, senza laboratori e compresenza: parliamo di una scuola assistenziale, di uno squallido tempo lungo».

Fonte (La Repubblica)

sabato 28 marzo 2009

La guerra dei cuscini degli studenti



Una battaglia a cuscinate davanti al ministero dell'Istruzione in viale Trastevere a Roma per protestare "con la sola arma dell'ironia contro il ministro Brunetta che ci ha dato dei guerriglieri, il G-14 dei ministri del Welfare che si terrà nella capitale e il protocollo che regolamenta i cortei a Roma". A organizzarla, un gruppo di studenti dei collettivi dei licei Virgilio, Mamiani, Manara, Kennedy e Democrito di Ostia. I manifestanti, circa 50 ragazzi, sono partiti da via Giulia, sede del liceo Virgilio, e con lo striscione 'fuori dal controllo contro il protocollo, blocca il G-14' hanno percorso via Giulia, Ponte Sisto, piazza Trilussa per raggiungere piazza di Santa Maria in Trastevere e quindi la sede del ministero dove è scoppiata la 'battaglia dei cuscini'.

LE FOTO QUI

Fonte (La Repubblica)

Congresso Pdl, la Gelmini: "Scuola libera dai sindacati"

«La scuola non appartiene alla sinistra e al sindacato ma appartiene agli italiani. È iniziata una rivoluzione della responsabilità e a chi non si riconosce nei valori della sinistra voglio dire che è finita l'oppressione culturale». Lo ha detto il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, in un passaggio del suo intervento al congresso nazionale del Pdl.
La fine dell'oppressione culturale- «Abbiamo messo mano alla scuola partendo da un assunto: la scuola non appartiene alla sinistra o al sindacato, la scuola appartiene al paese e agli italiani. Qualcuno ha sempre considerato la scuola come un luogo dove alimentare ideologie vecchie e bocciate dalla storia, un luogo separato dalla realtà. Ebbene io vi dico: è finita un'epoca, è finita l'epoca dell'indottrinamento ideologico. Nella scuola è cominciata al rivoluzione della responsabilità e del merito, unica vera leva di mobilità e progresso sociale. Io dico -ha concluso il ministro- ai tanti insegnanti e ai tanti ragazzi che non si riconosco nelle idee e nei valori della sinistra: l'oppressione culturale è terminata».
Incotro di leader- «Il Pdl fa ciò che gli italiani si aspettano. Questa nostra avventura è stata possibile grazie all'incontro di due storie e di due leader, Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, due persone con caratteri diversi ma che hanno in comune il grande amore per il paese». Lo afferma il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, intervenendo al congresso del Pdl. «In parlamento siamo già una realtà - prosegue - abbiamo una squadra dove non esiste più fare distinzioni tra parlamentari di An e di Fi. Siamo il governo che vuole stare dalla parte dei cittadini e dalla parte della vita senza se e senza ma».

Fonte(Libero-news.it)

venerdì 27 marzo 2009

Tagli a scuola, 1465 professori in meno


A settembre scolari e studenti aumenteranno di 4.000 unità, il piano del ministro Gelmini sopprime 1.465 cattedre. Forti tagli nelle scuole toscane, tempo pieno in bilico.

La Toscana si prepara a mobilitarsi contro la scure del governo sulla scuola. Le cifre dei tagli nella bozza allegata al decreto interministeriale appena presentato dal ministro Gelmini a categorie e enti locali. «Se non faremo subito qualcosa, avremo una scuola in ginocchio» prevede il segretario della Flc Cgil scuola Alessandro Rapezzi. La metà dei tagli riguarderà il sud, ma nemmeno la Toscana sarà al sicuro. Da settembre le cattedre, cioè i posti di insegnante, passeranno dalle attuali 40.267, a 38.802, con un calo di 1465 (3,9%). In dettaglio, mancheranno 363 posti nella scuola primaria, 659 nelle medie (le più colpite), 437 nelle superiori. Mentre gli alunni aumentano, per il 2009-2010, di 4.443 mila unità rispetto al 2008-9.

A cui dovrebbero corrispondere circa 40 classi in più, come dire circa 120-150 insegnanti in più. Prendendo ad esempio Firenze, si avrà, invece, un taglio di 35-50 posti nelle scuole primarie (circa 1 insegnante in meno per circolo didattico), di 60-80 nelle medie (soprattutto delle materie da «sacrificare» al nuovo orario ridotto a 30 ore, cioè lettere e tecnologia), mentre alle superiori ci saranno accorpamenti di classi (si potrà infatti andare da un minimo di 20 alunni a 33), con conseguente minor numero di indirizzi. Invece di aumenti, insomma, riduzioni (anche per il personale Ata: meno 874 posti). E a farne le spese saranno soprattutto gli insegnanti precari (il 30% dell´organico toscano, pari a 1200), sia pure, quest´anno, con «solo» 2-300 posti in meno grazie alla compensazione dei tagli coi pensionamenti. E dire che da tempo in Toscana il sistema scolastico è stato «razionalizzato».

E´ qui, dunque, che risalterà il vero senso dei tagli del governo Berlusconi: «Un attacco indiscriminato alla scuola pubblica, un generale decadimento dell´offerta formativa» come denuncia in un comunicato la Flc Cgil Toscana, ribadendo l´urgenza «di una vera riforma per garantire a tutti i cittadini una scuola di qualità», mentre il senatore Pd Andrea Marcucci parla di «messa in mora del sistema pubblico di istruzione e formazione». Come guardare a settembre in queste condizioni, non si sa. Il tempo pieno «stile Gelmini» (in realtà privato del suo cardine educativo: la compresenza), cioè le 40 ore settimanali, dovrebbe essere confermato, ma non aumentato nonostante il 90% delle famiglie lo richieda insieme al modello delle 30 ore, il più simile agli attuali moduli (ma con 2 ore in meno), su cui soprattutto la scure si abbatterà. In compenso, la Toscana boccia del tutto le 24 ore (4 ore, o 4 e mezzo su 5 o 6 giorni), con il famoso maestro unico.

Fonte(La Repubblica)

giovedì 26 marzo 2009

Tetto agli stranieri in classe Moioli dice sì alla Gelmini


Città divisa in 4 macrozone, cambia la mappa dei bacini d´utenza. Cgil parla di "deportazione"

Meno del trenta per cento di stranieri in classe? «Si può fare». C´è già un piano: lo assicura Mariolina Moioli, assessore all´Istruzione del Comune, che è pronta ad attuare quel tetto massimo di tre studenti "non italiani" su dieci previsto dal ministro Gelmini. «Metteremo in rete le scuole - dice - eviteremo di mandare chi è appena arrivato dall´estero in istituti con già troppi stranieri, e se necessario modificheremo i bacini di utenza per le elementari». E questo è il punto: per evitare il formarsi di "classi ghetto" sarà rifatta la mappa delle zone da cui ciascuna scuola raccoglie gli studenti, con il rischio per le famiglie di dovere iscrivere i figli più lontano da casa. La via è stata già tentata, con successo, per riequilibrare il numero di stranieri nelle scuole elementari di via Mac Mahon, che ne aveva troppi (sette su dieci), e via Castellino da Castello, che non ne aveva quasi. Essendo i due istituti molto vicini, per pareggiare i conti è bastato assegnare al primo istituto alcune strade con una popolazione residente prevalentemente italiana e alla seconda altre con più immigrati. Ora in entrambe le scuole ci sono tre bambini stranieri su dieci, quindi sotto la "soglia Gelmini". Quello che si è fatto lì, si pensa di farlo in tutta la città, o almeno dove serve. Se per Moioli il gioco vale la candela, «perché l´integrazione è un obiettivo che vale anche qualche disagio», i sindacati insorgono. Per Cgil Scuola, «il Comune finirà per deportare i bambini stranieri da una scuola all´altra». E Marilena Adamo, senatrice del Pd, mette in guardia: «Anzitutto nel conteggio degli studenti bisogna considerare straniero solo chi ha problemi con la lingua - dice - e poi rimane il problema della carenza di insegnanti per seguire i bambini appena arrivati». Ma sulla possibilità di rivedere le zone è pronta al dialogo: «Da questo punto di vista sono con la Moioli - dice Adamo - diamo la massima disponibilità, è una scelta necessaria». L´assessore ha incontrato il provveditore la scorsa settimana per stabilire una tabella di marcia serrata, di modo da potere garantire la quota del trenta per cento in tutte le classi prime a partire dall´anno scolastico 2010-2011. Anzitutto, la città è stata divisa in quattro macrozone, ognuna servita da un "istituto polo" che da settembre indirizzerà gli studenti appena arrivati verso scuole in grado di accoglierli. Poi si ragionerà con i presidi per fare un´anagrafe degli stranieri scuola per scuola, indicando da quanto tempo sono in Italia e che livello di padronanza hanno dell´italiano. Sempre a settembre si passerà alla terza fase: la modifica dei bacini di utenza per le elementari. «Questa è la parte più complessa del progetto - ammette Moioli - ma la realizzeremo d´accordo con le scuole in un tavolo di confronto permanente». Raffaele Ciuffreda, rappresentante dei presidi per Flc-Cgil, al piano della Moioli non crede. Fino all´anno scorso dirigeva un istituto professionale con oltre la metà di studenti stranieri, e ora attacca: «L´unico risultato - dice Ciuffreda - sarà costringere gli studenti a lunghe trasferte per raggiungere la scuola. Tutti hanno il diritto a scegliere quella più vicina a casa, si aboliscano immediatamente le quote della Gelmini e basta».


Fonte(L'Espresso)

lunedì 23 marzo 2009

Universita': Gelmini, prossimo anno corsi ridotti del 20%

(ANSA) - ROMA, 19 MAR - Dal prossimo anno accademico i corsi di studio degli atenei si ridurranno del 20% rispetto a quest'anno. Lo dice il ministro Gelmini. Obiettivi sono disattivare i percorsi formativi non essenziali e rendere piu' razionale le attivita' didattiche. In questi anni, e' stato sottolineato, si e' assistito 'ad una proliferazione dei corsi di laurea non sempre motivata'. Si pensa a un tetto 'intorno al 30%' degli alunni stranieri nelle scuole. I tagli nella scuola scenderanno da 42.000 a 18.000. Il tetto per gli stranieri sara' attuato tra due anni anche se si tentera' di risolvere i casi-limite gia' dal prossimo anno. Quest'anno, invece, quasi 32 mila insegnanti hanno chiesto di andare in pensione, 12 mila in piu' dell'anno scorso, e 8 mila richieste di pensionamento sono state presentate dal personale Ata (6mila lo scorso anno). Questo significa, ha aggiunto il ministro, che con 32 mila pensionamenti, i 42 mila posti in meno per i precari previsti a inizio anno si riducono notevolmente. Il ministro ha pero' sottolineato che nell'anno scolastico in corso gli insegnanti precari hanno raggiunto quota 130.000, e 'i precari iscritti nelle graduatorie a esaurimento sono 558.316, ma con persone iscritte in piu' graduatorie. Quindi, se vogliamo contare esattamente il numero delle persone precarie e non i posti, risultano essere 268.000. Nell'anno scolastico 2008-2009, pero', i precari che hanno prestato servizio nelle scuole sono stati 130.000'. I precari nell'Universita' sono invece circa 10mila.(ANSA).

Brunetta contro gli studenti dell' Onda

Brunetta in un' intervista definisce gli studenti del movimento l' Onda dei guerrieri, per poi correggersi dicendo che non hanno la dignità dei guerrieri, ma sono solo dei ragazzotti alla ricerca di sensazioni violente!


mercoledì 4 marzo 2009

GELMINI, DA SETTEMBRE L'ORA DI 'CITTADINANZA E COSTITUZIONE'


Iniziera' a settembre, e durera' un anno, la sperimentazione nelle scuole dell'ora di ''Cittadinanza e Costituzione'', la nuova materia introdotta con la legge 169 e presentata oggi a Palazzo Chogi dal ministro Gelmini. ''Non sara' la vecchia ora di Educazione civica - ha avvertito il ministro - ma un'ora di educazione alla cittadinanza, per insegnare ai ragazzi i valori e i principi contenuti nella nostra Costituzione''. Ma ci sara' spazio anche per ''l'educazione stradale, l'educazione ambientale e quella ai sani stili di vita, come la corretta alimentazione''. 33 ore annuali, un'ora a settimana, che saranno affidate ai professori di storia o geografia, ma che vedranno anche il coinvolgimento di polizia, carabinieri, associazioni ambientaliste e antimafia perche', come ha detto stamane Don Ciotti, ''servono cose meno astratte in questo Paese, come i 2.500 giovani che questa estate sono andati a lavorare i campi confiscati alla mafia''. ''Ai maestri - ha concordato il Procuratore Nazionale Antimafia, Piero Grasso - i ragazzi preferiscono i testimoni''.

Dell'ora di Cittadinanza e Costituzione si occuperanno''soprattutto insegnanti di materie umanistiche'', ha detto Gelmini, specificando che ''verra' utilizzato il monte ore dell'orario scolastico, senza aggiunte: quello che si chiede agli insegnanti - ha detto - e' uno sforzo congiunto, una sinergia per offrire l'educazione ai principi costituzionali''.

Fonte(ASCA 04/03/2009)

Gelmini rilancia l'istruzione tecnica

«Contro la crisi che attanaglia il Paese si deve rispondere con il rilancio dell'istruzione in generale e in particolare dell'istruzione tecnica, rafforzando il raccordo tra la scuola e il mondo del lavoro» ha esordito il ministro.

«Bisogna ripartire dall'istruzione e dalla formazione, facendo in modo che non siano più autoreferenziali ma favorendo una stretta collaborazione con il mondo produttivo» ha aggiunto sottolineando invece che di fronte a 335 mila tecnici chiesti dalle aziende, l'offerta sia attualmente di appena 170 mila. Tra gli elementi-cardini della riforma un rapporto scuola-lavoro con percorsi puntuali, l'innovazione della didattica e valutazioni sui risultati anche attraverso stage e tirocini, particolare attenzione all'orientamento.

Ed ecco le priorità: il rafforzamento delle lingue straniere (anche attraverso l'insegnamento di una materia come la storia o la matematica in inglese o in un altro idioma durante l'ultimo anno di corso), tirocini e stage in azienda, monitoraggio sull'occupazione, potenziamento del numero dei profili tecnici, un monte ore annuo di 1056 ore di 60 minuti (32 ore settimanali). Last but not least, naturalmente, «la valorizzazione del lavoro dei docenti»


Fonte(IL TEMPO.IT 04/03/2009)

lunedì 2 marzo 2009

Gelmini: il maestro unico non si tocca


A iscrizioni chiuse è ancora bufera sulla «riforma» delle elementari voluta dal Governo e si rincorrono rassicurazioni e allarmi. «Il maestro unico - si è affannata a ripetere oggi il ministro Gelmini - c’è, indipendentemente dal quadro orario scelto. Esiste nelle 24, 27 e 30 ore. Credo che il cosiddetto modulo, la presenza di più insegnanti nella stessa classe, non abbia portato buoni risultati. Il modello del maestro unico di riferimento si conferma indipendentemente dalla scelta delle famiglie che sembra abbiano privilegiato le 30 ore».

E il problema, secondo Tuttoscuola, nasce proprio da questa scelta. Se risultasse confermato il sondaggio diffuso ieri dal ministero relativo alle iscrizioni, secondo la rivista specializzata ci sarebbe solo un 3% di classi funzionanti a 24 ore, e un altro 3% speculare di classi a 30 ore, dal momento che gli organici (lasciando da parte il tempo pieno per il quale la Gelmini ha più volte assicurato il mantenimento degli attuali livelli) sono stati «tarati» su un monte ore totale di 27 ore e dunque la sorte delle 30 ore sarebbe, in buona sostanza, legata a quella delle 24.

In questo caso due terzi delle prime classi (67%) risulterebbe con il modello orario a 27 ore settimanali (benchè solo il 7%, secondo il sondaggio del ministero, abbia scelto quel modello orario). Insomma di quel 90% di italiani che gradiscono un tempo medio lungo di 30-40 ore settimanali risulterebbe soddisfatto un terzo, perchè il 27% di classi a 40 ore e il 3% a 30 ore fanno un totale complessivo del 30%, mentre il 60% si dovrebbe accontentare dell’orario breve di 27 ore. Considerando che gli iscritti al primo anno della primaria sono circa 500 mila (511 mila nel 2008-09) sarebbero circa 300 mila le famiglie alle quali potrebbe non essere accordato il tempo medio lungo richiesto.

«Non servono artifici tecnici o false verità: i genitori si aspettano le 30 ore, con la mensa e la compresenza, e si aspettano il tempo pieno come tempo scuola e non come doposcuola. Il ministro sa che senza soldi e con tanta demagogia - ha osservato l’ex titolare del dicastero dell’Istruzione, Giuseppe Fioroni - non si educano i nostri figli». E se per Francesco Pasquali, del Pdl, «le cassandre del Pd e dei sindacati dovrebbero arrendersi all’evidenza anzichè strillare "al lupo, al lupo" sul maestro unico», i sindacati insistono nel criticare l’azzeramento del modulo: «un grave errore» ha osservato la Gilda; il ministro Gelmini «la smetta di imporre modelli e rispetti l’autonomia delle scuole» ha esortato il leader della Cisl, Francesco Scrima; Berlusconi e la Gelmini sul tempo pieno «mentivano sapendo di mentire» ha accusato l’Unicobas.

Fonte(La Stampa 02/03/2009)

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