
I 670 docenti in meno sarebbero così suddivisi: 170 alle elementari, 320 alle medie, 180 alle superiori. Se la matematica non fallisce, dagli organici calcolati negli uffici di via Assarotti (numero classi, quindi di ore, diviso per numero di docenti) rimarrebbero ore in più, da destinare al tempo pieno. Accontentando alle elementari il 65% di famiglie che hanno scelto il tempo pieno (600 classi in provincia di Genova) e il 35% di tempo prolungato; il 50% alle medie (235 classi).
Né lacrime, tantomeno sangue per i tagli ed i sacrifici annunciati da Mariastella Gelmini? Se la Direzione Scolastica Regionale e l´Ufficio Scolastico Provinciale (diretto da Sara Pagano) non esultano per questi numeri, ma nemmeno piangono, la cosa non sembra convincere i sindacati di categoria e il Cogede (Coordinamento Genitori Democratici) che ieri ha chiuso il congresso nazionale ad Albenga. Ottanta delegati, da tutta Italia per eleggere i loro rappresentanti, hanno puntato l´indice contro la Ministra.
«Se vogliamo valutare i numeri che giungono da Roma e conteggiati dalla Direzione Scolastica Regionale - precisa Matteo Viviano, presidente regionale del Cogede - occorre capire se si riferiscono alla richiesta di tempo pieno del prossimo anno scolastico oppure a quella dell´anno in corso». Stando a quanto dice Viviano, sono aumentate le famiglie che l´hanno chiesto dal prossimo settembre. «Inoltre - sottolinea l´ex preside - l´idea di tempo pieno del Ministro è di 22 ore con un solo maestro e le altre 18 coperte da diversi insegnanti, che si alternano, senza laboratori e compresenza: parliamo di una scuola assistenziale, di uno squallido tempo lungo».
Fonte (La Repubblica)