
Città divisa in 4 macrozone, cambia la mappa dei bacini d´utenza. Cgil parla di "deportazione"
Meno del trenta per cento di stranieri in classe? «Si può fare». C´è già un piano: lo assicura Mariolina Moioli, assessore all´Istruzione del Comune, che è pronta ad attuare quel tetto massimo di tre studenti "non italiani" su dieci previsto dal ministro Gelmini. «Metteremo in rete le scuole - dice - eviteremo di mandare chi è appena arrivato dall´estero in istituti con già troppi stranieri, e se necessario modificheremo i bacini di utenza per le elementari». E questo è il punto: per evitare il formarsi di "classi ghetto" sarà rifatta la mappa delle zone da cui ciascuna scuola raccoglie gli studenti, con il rischio per le famiglie di dovere iscrivere i figli più lontano da casa. La via è stata già tentata, con successo, per riequilibrare il numero di stranieri nelle scuole elementari di via Mac Mahon, che ne aveva troppi (sette su dieci), e via Castellino da Castello, che non ne aveva quasi. Essendo i due istituti molto vicini, per pareggiare i conti è bastato assegnare al primo istituto alcune strade con una popolazione residente prevalentemente italiana e alla seconda altre con più immigrati. Ora in entrambe le scuole ci sono tre bambini stranieri su dieci, quindi sotto la "soglia Gelmini". Quello che si è fatto lì, si pensa di farlo in tutta la città, o almeno dove serve. Se per Moioli il gioco vale la candela, «perché l´integrazione è un obiettivo che vale anche qualche disagio», i sindacati insorgono. Per Cgil Scuola, «il Comune finirà per deportare i bambini stranieri da una scuola all´altra». E Marilena Adamo, senatrice del Pd, mette in guardia: «Anzitutto nel conteggio degli studenti bisogna considerare straniero solo chi ha problemi con la lingua - dice - e poi rimane il problema della carenza di insegnanti per seguire i bambini appena arrivati». Ma sulla possibilità di rivedere le zone è pronta al dialogo: «Da questo punto di vista sono con la Moioli - dice Adamo - diamo la massima disponibilità, è una scelta necessaria». L´assessore ha incontrato il provveditore la scorsa settimana per stabilire una tabella di marcia serrata, di modo da potere garantire la quota del trenta per cento in tutte le classi prime a partire dall´anno scolastico 2010-2011. Anzitutto, la città è stata divisa in quattro macrozone, ognuna servita da un "istituto polo" che da settembre indirizzerà gli studenti appena arrivati verso scuole in grado di accoglierli. Poi si ragionerà con i presidi per fare un´anagrafe degli stranieri scuola per scuola, indicando da quanto tempo sono in Italia e che livello di padronanza hanno dell´italiano. Sempre a settembre si passerà alla terza fase: la modifica dei bacini di utenza per le elementari. «Questa è la parte più complessa del progetto - ammette Moioli - ma la realizzeremo d´accordo con le scuole in un tavolo di confronto permanente». Raffaele Ciuffreda, rappresentante dei presidi per Flc-Cgil, al piano della Moioli non crede. Fino all´anno scorso dirigeva un istituto professionale con oltre la metà di studenti stranieri, e ora attacca: «L´unico risultato - dice Ciuffreda - sarà costringere gli studenti a lunghe trasferte per raggiungere la scuola. Tutti hanno il diritto a scegliere quella più vicina a casa, si aboliscano immediatamente le quote della Gelmini e basta».
Fonte(L'Espresso)
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